Cibo spazzatura? Qual è e cosa non si dovrebbe mai acquistare
Una pubblicità dice che “lo stomaco non vede il cibo come lo vedono i nostri occhi”. Vero perché in effetti quello che noi ingeriamo sotto forma di cibo, altro non è che un insieme di sostanze che possono essere anche pericolose, dannose o nocive, talvolta persino letali. E queste peculiarità non le vediamo direttamente ma le percepiamo concretamente quando il nostro fisico risente della loro assunzione.
Attenzione agli inquinanti presenti negli alimenti.
La nostra costante e principale preoccupazione deve essere quindi la ricerca di prodotti alimentari realizzati con sostanze genuine, il più possibili sane per ridurre al minimo i rischi. Per esempio dovete fare attenzione ad alimenti che contengono sostanze pericolose come i conservanti, nitriti o nitrati. Attenzione poi alla presenza di metalli pesanti che con l’assunzione ripetuta si accumulano e creano danni anche gravi all’organismo. Occorre poi attenzionare anche quei cibi che risultano contaminati per l’inquinamento atmosferico ma anche batteriologico. E purtroppo non è raro trovare prodotti del genere all’interno di alimenti proposti a prezzi scontati o comunque convenienti per attrarre e facilitare la decisione del potenziale compratore.
E quando si parla di rischi alimentari questi riguardano l’organismo nella sua interezza incluso il sistema neurologico.
Le ricerche scientifiche dimostrano che i cibi spazzatura provocano depressione
Una ricerca condotta dalla Manchester Metropolitan University, ha ottenuto come risultato che se ci basiamo su una alimentazione composta per lo più dal cosiddetto “cibo spazzatura” risulta correlati ad essa l’insorgenza di infiammazioni nei tessuti e che permettono di far crescere del 40% la probabilità di cadere in depressione.
Un risultato raggiunto analizzando dati di altri 11 studi differenti svoltisi in 13 anni e sempre correlati al rapporto fra depressione e regimi alimentari non salutari, troppo grassi e con basso valore nutrizionale. I risultati hanno quindi interessato oltre 100mila persone di età compresa fra i 16 e i 72 anni, nordamericani, australiani ed europei
Ora, il fatto che l’Italia sia ai primi posti al mondo per sicurezza alimentare non deve però farci dormire sugli allori perché altri Paesi non hanno questa peculiarità e comunque possono importare da noi, prodotti alimentari comunque nocivi o comunque pericolosi. Per questo in Italia la Coldiretti ha da tempo messo sotto la lente d’ingrandimento i cibi e soprattutto fra quelli importati, ha stilato un elenco di dieci cibi pericolosi che non si dovrebbero mai acquistare per cercare di non incorrere in problemi di salute.
Cibi pericolosi: ecco la lista
1 – Le albicocche secche
Sembrerebbe un prodotto ottimo e salutare e in questo modo viene proposto ma in realtà la maggior parte di questi alimenti provengono dalla Turchia e in loro è stata rinvenuta presenza di solfiti. Si tratta di derivati dell’anidride solforosa e si usano con lo scopo di garantire la conservazione e l’antisetticità. Peccato però che queste sostanze facilmente facciano scatenare allergie anche gravi, broncospasmi in persone asmatiche e quel “cerchio alla testa” che si avverte al risveglio.
2 – La noce moscata.
Il prodotto giunge dall’Indonesia dove non esiste l’obbligo di certificare la provenienza del prodotto e nemmeno la filiera di produzione. In essa sono state trovate aflatossine che sono sostanze derivate dalla muffa e che sono caratterizzate da elevata tossicità e cancerogenicità. Sono state trovate anche in confezioni di pistacchi turchi.
3 – Il pollo
E’ buona prassi controllare la provenienza delle carni di pollo provenienti dai Paesi Bassi e dalla Polonia perché dai controlli effettuati, sono risultate contaminate da sostanze microbiologiche e persino dalla salmonella.
4 – Il pesce
In ambito ittico il prodotto più pericoloso in assoluto è risultato quello proveniente dalla Spagna nel quale sono stati trovati livelli di mercuri di tale quantità da risultare tossici. Nel pesce di origine francese invece è stato rilevato l’anisakis, un verme parassita che provoca dolori addominali, vomito, nausea e diarrea. Per contrastarne le larve è ricordar darsi di cuocere sempre il pesce a 60°C per almeno 10 minuti ed il congelamento.
5 – Le cozze
Anche questo settore produttivo mostra che nelle cozze provenienti dalla Spagna, il batterio rilevato più frequentemente è sempre l’escherichia coli, detto anche il batterio del colera.
6 – Il pesce “Pangasio”
Facile da trovare nel reparti dei surgelati dei discount, il Pangasio è un pesce allevato in molti corsi d’acqua del SudEst asiatico; è simile al merluzzo e può essere gustoso ma fate attenzione che non sia quello che proviene dagli allevamenti ittici del Vietnam cioè dal tratto finale del fiume Mekong, considerato il fiume più inquinato dell’Asia. Nei pesci prelevati in quel tratto sono state trovate presenze di metalli pesanti.
7 – Le arachidi
Le arachidi richiedono la massima attenzione perché in questi frutti secchi si rilevano aflatossine derivate della muffa e che come abbiamo già detto sono altamente tossiche e cancerogene.
8 – I pistacchi
I pistacchi prodotti in Italia,sono ottimi ma se cediamo al desiderio di risparmiare e ci orientiamo verso un prodotto che arriva dall’estero, come USA, Iran o Turchia, ci mettiamo a rischio; anche in questi prodotti infatti si rilevano tracce di aflatosine. Stesso rischio per le nocciole e i fichi secchi.
9 – Le mandorle
Le contaminazioni sono presenti nel prodotto statunitense. E anche in questo prodotto sono state rilevate aflatossine. Questa contaminazione, grave se entra nel nostro organismo, si verifica quando la conservazione non avviene secondo standard corretti, permettendo la formazione di muffe.
10 – Gli integratori dietetici
Non usate quelli in arrivo dagli USA. Nella produzione americana, infatti, si usano sostanze vietate da noi. La comunicazione punta sulla perdita di peso, un miglioramento delle prestazioni sessuali e un incremento della massa muscolare.
Purtroppo però le sostanze tossiche contenute provocano conseguenze gravi soprattutto al fegato. E’ probabile che le sostanze pericolose derivino da pesticidi, diserbanti e concimi utilizzati nella coltivazione delle erbe. Queste poi, non sono accuratamente controllate, una volta seccate e tritate.
Articolo revisionato dalla nutrizionista Maria Di Bianco