Non capita tutti i giorni di ritrovarsi in casa un dipinto da qualche milione di euro. È quello che è successo a una signora che abita nella campagna francese a nord di Parigi, a Compiègne.
L’anziana signora quel quadretto lo aveva avuto sotto gli occhi per anni, ma solo di recente si è decisa a dargli un’occhiata più approfondita.
E per l’appunto guardandolo più da vicino la donna si è domandata a un certo punto se quella tempera annerita dal tempo non potesse avere un valore anche economico, oltre che, diciamo così, “sentimentale”.
Il soggetto del quadretto (20 centimetri per 28) è la Derisione di Cristo, uno degli episodi più drammatici delle ore che precedono la Passione, quello in cui i soldati romani si fanno beffe del Messia.
Ebbene, per saperne di più la donna dapprima si è rivolta alla casa d’aste Actéon, la quale a sua volta si è valsa della consulenza della parigina Maison Turquin.
Il verdetto della Maison è stato strabiliante: la “mano” che sta dietro a quel piccolo pannello sarebbe niente meno che quella di Cimabue (Cenni di Pepo, 1240-1302), ovvero il maestro di un altro titano della storia dell’arte, Giotto.
È con loro due che l’arte dell’Occidente abbandona la strada dell’astrazione teologica bizantina per imboccare quella di un terragno realismo tutto borghese e capitalistico.
Come detto, si tratta di una tempera d’uovo su fondo dorato. La tavola non è firmata, ma a detta dei periti della Turquin non ci sono dubbi circa la sua autenticità.
Non solo: la Derisione di Cristo sarebbe uno degli otto pannelli di un polittico dipinto negli anni Ottanta del Duecento di cui si riteneva fossero sopravvissute solo due parti: la Flagellazione (oggi a New York) e la Maestà (alla National Gallery di Londra).
Si aggiunge così un altro pannello al capolavoro perduto del maestro Cimabue. La tavoletta, ottimamente conservata, è stata valutata tra i 4 e i 6 milioni di euro e sarà messa all’asta il 27 ottobre.