Bambole con il foulard: un iniziativa che sta aiutando i bambini malati di cancro a ritrovare il sorriso

Difficile immaginare cosa prova un bambino costretto a vivere in ospedale a causa di un tumore. Quanto riesce a capire della sua situazione? Che spiegazione riesce a darsene? Penserà che ha fatto qualcosa di male e che quella è la punizione?

Pensarci è davvero penoso e stringe il cuore. Però questi bambini (e i loro genitori) non sono soli. In tutto il mondo si moltiplicano le iniziative che hanno lo scopo di combattere in maniera sempre più efficace i tumori pediatrici.

Si tratta essenzialmente di attività di ricerca, che in questo campo è fondamentale e che ogni anno compie un passettino in avanti. Mai abbastanza velocemente, purtroppo, ma questa è l’unica strada che può dare risultati. Il resto sono soltanto trucchi da illusionista, e disonesti, per giunta, perché nessun illusionista ha mai preteso che la sua “magia” fosse vera.

Ma a parte la ricerca, si può fare molto altro per migliorare la permanenza di questi bambini nei reparti ospedalieri di oncologia pediatrica.

È quello che ha pensato l’associazione spagnola Juegaterapia, che ha lanciato l’iniziativa dei Baby Pelones, le bambole con il foulard in testa.

Sappiamo tutti che uno degli effetti meno piacevoli delle terapie antitumorali, soprattutto della chemioterapia, è la caduta dei capelli. Una cosa che soprattutto le bambine vivono male, perché i capelli sono una parte importante dell’identità femminile. Non solo devono combattere la malattia, ma anche adattarsi a non riconoscersi più allo specchio. È dura.

Bambole con il foulard: un iniziativa che sta aiutando i bambini malati di cancro a ritrovare il sorriso

Le bambole inventate dall’associazione spagnola hanno per l’appunto lo scopo di riconciliare le bambine e i bambini col loro nuovo aspetto, mostrando loro che anche una persona con un foulard in testa può essere bellissima.

Le bambole sono tutte molto carine e soprattutto coloratissime e riescono a strappare un sorriso a bambini che non avrebbero alcun motivo per sorridere.

Non buttarsi giù è già parte della terapia e quindi anche queste belle bambole in fondo possono considerarsi uno strumento di cura, psicologica se non altro.

Ma non solo, perché il ricavato dalla vendita delle bambole viene impiegato per finanziare progetti a favore dei bambini colpiti da tumore.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!