Cade il governo Conte: quando si va a votare?

Il matrimonio Lega – Movimento 5Stelle non è mai stato un’unione d’amore e alla fine, com’era nelle carte praticamente fin da subito, i nodi sono venuti al pettine.

Matteo Salvini dunque ha staccato la spina e lo ha fatto sulla questione che più sta a cuore a tutti i ceti produttivi del Nord, di cui la Lega è ormai l’espressione principale: il Treno ad Alta Velocità Lione-Torino.

Ieri sera il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha annunciato che per quanto lo riguarda la definizione della crisi di governo dovrà avvenire in Parlamento.

Nel giorno del suo 55esimo compleanno, l’avvocato pugliese ha dunque dovuto affrontare un frangente ormai largamente previsto.

Conte ha attaccato Matteo Salvini, rimarcando che “non spetta al ministro dell’interno decidere i tempi della crisi. Gli spetta spiegare le ragioni che lo inducono a interrompere precipitosamente, bruscamente, il cammino del governo”.

Secondo il professore, Salvini ha deciso di dire basta all’esperienza di governo solo per capitalizzare al massimo il consenso che le sue politiche muscolari – soprattutto quelle sull’immigrazione – hanno guadagnato alla Lega in poco più di un anno di governo (Conte si insediò nel giugno 2018).

Un punto, questo, sottolineato anche da Luigi Di Maio, che per parte sua ha commentato che “Salvini mette i sondaggi davanti al Paese”.

La scelta di Conte di portare la crisi in Parlamento allunga necessariamente i tempi, laddove la soluzione invocata da Salvini, le dimissioni del presidente del consiglio, li avrebbe accorciati.

Il punto è che le Camere sono chiuse per la pausa agostana: occorrerà quindi riconvocarle e i tempi tecnici per farlo non sono esattamente rapidissimi.

Il dibattito sulla fiducia potrebbe svolgersi a fine agosto o anche a settembre, se venisse accolta la richiesta di Di Maio di votare prima sul taglio dei parlamentari e poi sulla crisi. Il dibattito sul taglio del numero dei parlamentari è previsto per il 9 settembre.

Per Costituzione, tra lo scioglimento delle Camere (deciso dal presidente Mattarella) e le nuove elezioni politiche devono passare come minimo 45 giorni, ma in realtà sarebbero 60, per permettere il voto agli italiani all’estero.

E dunque quando si va a votare?

Nell’ipotesi più “veloce” – scioglimento del Parlamento intorno a Ferragosto – ci dovremmo recare ai seggi la seconda domenica di ottobre. Il guaio di questa soluzione è che impedirebbe di presentare la manovra finanziaria alla Commissione EU.

Con lo scioglimento compiuto dopo il 20 agosto e prima del 22, invece, si andrebbe alle urne la terza domenica di ottobre, mentre dovremmo andarci l’ultima domenica di ottobre se le Camere fossero sciolte tra il 27 e il 28 agosto.

Per votare la prima domenica di novembre, infine, lo scioglimento dovrebbe aversi non più tardi del 2 o 3 settembre.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!