Come pulire i condizionatori in epoca di coronavirus: alcuni consigli.
Adoperare il condizionatore in epoca di Covid-19. Pare che il getto d’aria emesso dagli impianti di condizionamento possa aumentare il raggio di azione delle particelle sospese nell’aria, comprese quelle che contengono il virus.
Detto in altro modo: se è vero che di solito le goccioline di saliva (droplets) che veicolano il virus non vanno più in là di un metro (ma la questione è dibattuta: se si tiene la distanza di due metri e passa dalle altre persone, è meglio), trasportate dalla corrente di un condizionatore possono viaggiare molto più in là.
Lo avrebbe dimostrato una recente ricerca cinese condotta su tre famiglie contagiate in un ristorante e anticipata in vista della pubblicazione del numero di luglio della rivista Emerging Infectious Diseases.
Anche alla luce di quello studio, la Società Italiana di Medicina Ambientale, SIMA, consiglia di adoperare condizionatori con flusso in entrata e in uscita e ha redatto un prontuario con alcuni consigli di sicurezza, sia per casa che per l’ufficio.
Come pulire i condizionatori in epoca di coronavirus: alcuni consigli
La prima regola è lavare i filtri con acqua e sapone liquido; poi pulire con un igienizzante le loro parti esposte e fare asciugare bene tutto quanto prima di accendere l’apparecchio.
Altra regola individuata da SIMA è la sanificazione periodica dei motori esterni: peraltro si consiglia anche di affidare questa manutenzione a dei tecnici esperti.
Fondamentale, poi, è il ricambio dell’aria: bisogna senza meno aprire le finestre per diversi minuti al giorno, e più volte, in modo da diminuire l’inquinamento interno.
Altro consiglio è evitare un flusso d’aria che vada dall’alto verso il basso e che sia puntato direttamente sulle persone. Dal lato del tasso di umidità consigliato, d’estate ci si dovrebbe attestare tra il 50 e il 70 per cento, d’inverno tra il 40 e il 60.
Raccomandazioni analoghe ha diffuso anche l’Istituto Superiore di Sanità, che consiglia per esempio di pulire con regolarità prese e griglie di ventilazione dell’aria.
È doveroso sottolineare che se da un lato lo studio cinese punta il dito sui condizionatori, dall’altro i produttori di questi apparecchi ne smentiscono le conclusioni e l’attendibilità.
Secondo loro le condizioni che la ricerca presuppone per il contagio, ovvero il “formarsi di una zona di aria stagnante dovuto alla cattiva gestione dei flussi d’aria e a un periodo di esposizione molto prolungato“, non potrebbero ripetersi che con difficoltà, rendendo tutto il ragionamento molto improbabile.
L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, infine, in una intervista a Radio Capital ha detto che secondo lui l’aria condizionata di per sé non ha alcun effetto sulla trasmissione del Covid-19 e che il problema, semmai, può risiedere nei flussi.