Contesa delle etichette alimentari. L’Italia sfida la Francia
In questi giorni in Europa di discute di segnaletica alimentare, ovvero di come rendere evidente a colpo d’occhio ai consumatori se un prodotto è buono oppure no per la salute.
Contesa delle etichette alimentari. L’Italia sfida la Francia
La proposta francese, basata sul sistema cosiddetto Nutri-Score, sembra al momento in vantaggio, ma c’è da dire che la discussione è stata rinviata a fine marzo.
La Commissione europea uscente, infatti, non ha presentato il rapporto sulla nuova etichettatura, con conseguente rinvio di tutta la faccenda.
Faccenda che è come minimo controversa, perché più di uno – gli italiani, in particolare – ha fatto notare che il sistema di segnaletica proposto dai transalpini non sembrerebbe esattamente imparziale.
Ovvero, in sintesi, favorirebbe i prodotti francesi col semaforo verde e danneggerebbe invece i nostri con la “luce” rossa o arancio.
La palla adesso è nelle mani della nuova commissaria alla Salute, la cipriota Stella Kyriakides, che nei prossimi mesi dovrà partorire il fatidico rapporto su un tema che viene rinviato addirittura dal dicembre 2017, che è la data in cui Bruxelles avrebbe dovuto prendere la sua decisione.
Quanto all’Italia, il nostro governo in questi giorni ha fatto recapitare alla Commissione la propria proposta, Nutrinform, un sistema in cui si indica la quantità di calorie, zuccheri, sale e grassi contenuti in una porzione di alimento, e la relativa percentuale rispetto al fabbisogno giornaliero.
Nel frattempo però l’algoritmo francese è stato già scelto da cinque paesi comunitari: Francia, Spagna (che forse però ci sta ripensando), Germania, Belgio e Paesi Bassi.
Da notare che Nutri-Score piace molto anche a multinazionali come Nestlé e Danone, che senza por tempo in mezzo lo hanno già adottato sulle loro confezioni.
S’è detto che Nutri-Score favorirebbe i prodotti transalpini: beh, non è del tutto vero, perché ad esempio per il burro (usatissimo in Francia) Nutri-Score dà il rosso, così come per il brie (arancione, come il nostro parmigiano).
Polemiche nazionalistiche a parte, però, pare indubbio che il sistema debba essere come minimo affinato, perché non sembra molto logico dare luce verde alle bevande come la Red Bull e invece segnalare come non salutari i succhi bio.