Da oggi, 27 aprile 2020, siamo alle prese con il Coronavirus e la fase 2. Con cautela e tante precauzioni la vita ricomincerà a mettere piede fuori di casa ma le attenzioni da prestare in questa nuove fase non devono assolutamente abbassare la guardia. Non si creda che sia tutto finito perché basta sottovalutare il virus per ricadere con tutte le scarpe nel contagio.
Coronavirus e fase 2: Burioni sollecita a fare sempre attenzione
Il Dr. Burioni ci racconta la motivazione su Medical Facts e conclude con un monito: “La distanza e l’attenzione ai flussi d’aria saranno i due elementi ai quali ci dovremo affidare per la protezione contro l’infezione quando tenteremo di riprendere la nostra vita normale”.
La vicenda:
Cina, Guangzhou (Canton), 24 gennaio 2020. Una famiglia proveniente da Wuhan va a mangiare in un ristorante abbastanza grande da essere dislocato su cinque piani. La famiglia viene fatta accomodare al terzo piano in una sala di 145 mq che ospita 15 tavoli. Nella sala ci sono in tutto 83 commensali serviti da 8 camerieri. Quella stessa sera un componente della famiglia si sente male, manifestando tosse e febbre. Accompagnato in ospedale riceve la diagnosi: Covid-19. Tutti coloro che erano presenti nella sala vengono rintracciati e messi in isolamento. Nei giorni successivi, alcune delle persone che avevano mangiato allo stesso tavolo del malato risultano infettate ma risultano esserlo anche i componenti di altre due famiglie che sedevano in due tavoli vicini, a distanza di più di un metro dal primo infetto.
Come si spiega il passaggio del virus:
Vi mostriamo le piantine della sala. (Fonte)
La famiglia da cui parte il Virus è seduta al tavolo A. Il primo infetto siede nella postazione A1. Si ammalano successivamente anche i commensali seduti ai tavoli B e C. In rosso potete vedere gli infetti ed i giorni in cui hanno palesato il contagio.
Gli epidemiologi cinesi che hanno studiato la situazione hanno confermato che il momento del contagio dal soggetto A1 ai tavoli B e C è stato proprio nel lasso di tempo in cui sono rimasti tutti nella stessa sala con il soggetto infetto (la famiglia B ci è rimasta per 53 minuti, la C per 73 minuti).
Ma come è possibile sia accaduto se c’era una distanza superiore ad un metro tra il tavolo A ed i B e C? E’ stato possibile a causa dei condizionatori. Nelle figure più sopra potete notare le frecce che indicano proprio la direzione dei getti d’aria. Il droplet, invece di cadere davanti al primo infetto, è arrivato a distanza superiore al metro. Certo ci è voluto anche un lasso di tempo abbastanza ampio, in questo caso più di 1 ora. Delle 82 persone presenti in quella sala solo 9 sono risultate infettate ma non le altre 72 e nemmeno gli 8 camerieri. Questo per sottolineare il fatto che la sosta al tavolo infetto del cameriere non è stata sufficientemente lunga per contrarre il virus.
Coronavirus e fase 2, conclusioni:
La conclusione che ne deriva è che, nonostante si mantenga la distanza di sicurezza di un metro, se ci troviamo in presenza di correnti d’aria, anche artificiali quali possono essere quelle generate da un condizionatore o anche da un ventilatore, siamo a rischio di contagio ugualmente. Vero è che deve essere complice un tempo prolungato di esposizione al rischio, come nel caso sopra narrato.
Non è stato possibile appurare se le mascherine avrebbero evitato l’accaduto tuttavia è difficile, se non alquanto scomodo, indossarle se si va in un ristorante. Teniamolo presente quando ristoranti, bar e luoghi di questo tipo saranno nuovamente aperti.