Coronavirus: medici e infermieri e non dimentichiamoci degli addetti alle pulizie
Mentre altri Paesi confidano nella cosiddetta “immunità di gregge” (la Gran Bretagna, più che altro: nella più pura tradizione del Paese, l’approccio è il classico “Keep Calm and Carry On”, e se un po’ di “vecchi” dovranno andarsene alla fine di tutto questo, pazienza), da noi la lotta al Coronavirus è fatta di continui appelli a stare a casa.
Per fortuna si tratta di appelli che nella maggioranza dei casi vengono accolti e rispettati, pur con le solite italiche eccezioni
Ma non solo: c’è il grandissimo capitolo dei medici e degli infermieri che tutti i giorni rischiano letteralmente la pelle nelle unità di terapia intensiva sia al Nord che (ormai) al Sud.
Medici e infermieri, s’è detto. E gli addetti alle pulizie? Anche loro rischiano la pelle, soprattutto dentro le terapie intensive, com’è naturale.
In tempi come questi, di stress e fatica prolungati, sono importanti anche i riconoscimenti morali: per tenere duro, per non abbandonarsi allo sconforto.
Coronavirus: non solo medici e infermieri, gli addetti alle pulizie scrivono ai giornali
Ecco quindi che a un gruppo di addetti alle pulizie è venuto in mente di scrivere una lettera aperta ai giornali per chiedere di ricevere anche loro un po’ di attenzione e di gratitudine.
Eccone il testo, tratto dal sito Casertasera:
“Gentile Direttore, in merito a quello che sta avvenendo oggi, per l’infezione da Coronavirus, spesso o quasi sempre, vengono citati solo medici e infermieri. Quasi tutti, si dimenticano di noi. Siamo gli addetti alla pulizie e vi possiamo assicurare che anche noi come medici, infermieri, Osa e Oss, facciamo la nostra parte, anche con grandi rischi, nonostante ci atteniamo rigorosamente a tutte le norme che ci vengono impartite dai nostri dirigenti. Il nostro, non è affatto un risentimento ma solo un modo per sottolineare che anche noi siamo in prima linea e come gli altri svolgiamo il nostro delicato ruolo con impegno e professionalità”. Come dire: diamo a Cesare quello che è di Cesare. Grazie per l’ospitalità”.