
Covid: due test negativi a 24 ore l’uno dall’altro per poter tornare a scuola.
Con una circolare il Ministero della Salute sembra finalmente aver fatto chiarezza sulle condizioni che devono esserci affinché alunni, bidelli e insegnanti possano tornare a scuola dopo essere stati testati positivi al virus della Covid-19.
Covid: due test negativi a 24 ore l’uno dall’altro per poter tornare a scuola
La cosa dovrebbe funzionare così. In caso di sintomi sospetti in un alunno, il pediatra o il medico di famiglia devono richiedere “tempestivamente” il tampone all’Asur di riferimento.
Se il test è positivo, dopo la quarantena per poter rientrare a scuola sia gli alunni che il personale dovranno risultare negativi a due test fatti a distanza di 24 ore uno dall’altro.
Più nel dettaglio, poi, alunni e/o operatori potranno rimettere piede a scuola solo se muniti di attestazione di avvenuta guarigione e di nulla osta all’ingresso o rientro in comunità.
In caso al ragazzo o all’operatore scolastico sia diagnosticata una malattia diversa dalla Covid, la persona dovrà rimanere a casa fino a guarigione clinica.
È quanto si legge in una circolare del Ministero della Salute intitolata “Riapertura delle scuole. Attestati di guarigione da COVID-19 o da patologia diversa da COVID-19 per alunni/personale scolastico con sospetta infezione da SARS-CoV-2″.
Un caso sospetto
La circolare dice che è un “caso sospetto” quello in cui:
a) un alunno abbia una temperatura corporea sopra i 37,5°C “o sintomatologia compatibile con Covid-19, in ambito scolastico” (ma scrivere in italiano, no eh?);
b) alunno presenti un aumento della temperatura corporea al di sopra di 37,5°C “o sintomatologia compatibile con Covid-19, presso il proprio domicilio” (“a casa” era troppo semplice);
c) un operatore scolastico “presenti un aumento della temperatura corporea al di sopra di 37,5°C o sintomatologia compatibile con Covid-19, in ambito scolastico”;
d) “un operatore scolastico presenti un aumento della temperatura corporea al di sopra di 37.5°C o sintomatologia compatibile con Covid-19, al proprio domicilio”.
Riassumendo. Se lo scolaro è risultato positivo al coronavirus della Covid, si deve attendere che il tampone risulti negativo (due volte) e si devono seguire le procedure previste per la Covid medesima (tracciamento dei contatti, sanificazioni).
Se invece lo scolaro o insegnante o bidello è risultato positivo a un’altra malattia, bisognerà aspettare la accertata guarigione clinica.
Come recita la circolare, “se il test diagnostico è negativo, in paziente sospetto per infezione da SARS-CoV-2, secondo sua precisa valutazione medica, il pediatra o il medico curante, valuta il percorso clinico/diagnostico più appropriato (eventuale ripetizione del test) e comunque l’opportunità dell’ingresso a scuola. In caso di diagnosi di patologia diversa da COVID-19, la persona rimarrà a casa fino a guarigione clinica seguendo le indicazioni del PLS/MMG”.
C’è però il problema dei tempi. Ci sono segnalazioni di lunghe attese per i tamponi ai bambini con sintomi. Si parla anche di quattro o cinque giorni tra la richiesta del tampone e l’arrivo del risultato del referto.
Se poi il referto è positivo, dovranno trascorrere minimo 14 giorni di quarantena e poi ci dovranno essere i due tamponi negativi uno in fila all’altro.
Insomma, se tutto va bene un bambino che risulti positivo al virus dovrà stare lontano dalla sua scuola anche per venti giorni. E anche in caso di negatività, se i tempi sono questi l’assenza da scuola può durare anche una settimana.

In tasca una laurea in scienze dell’alimentazione, sulle dita una gran passione per la scrittura. Mi interessano in modo particolare i temi del riciclo e del fai da te, ma mi piace scrivere di qualunque argomento, purché sia curioso e coinvolgente. e mi piacciono la fotografia e i viaggi.
