Fabbrica di succhi butta migliaia di bucce d’arancia in una zona disboscata. Ecco come appare dopo 16 anni.

Si dice che la natura è saggia e la storia che vi raccontiamo oggi ne è un esempio.

Dobbiamo andare indietro nel tempo, negli anni ’90, quando un gruppo di ricercatori intraprese un curioso esperimento con delle tonnellate di bucce d’arancia considerate “scarti”. In effetti la natura non ha scarti e tutto si ritrasforma; in questo caso, un terreno “vuoto” è diventato un rigoglioso bosco, così tanto da essere irriconoscibile.

Il fatto curioso è in verità un progetto di conservazione sperimentale nato nel 1997, quando i ricercatori Princeton, Daniel Janzen e Winnie Hallwachs si rivolsero al produttore di succo d’arancia del Costa Rica, Del Oro, offrendo un’opportunità: la possibilità di disfarsi delle bucce d’arancia a costo zero in cambio di donare al parco nazionale una parte del terreno confinante con la zona di conservazione di Guanacaste.

La compagnia di succhi accettò l’accordo e circa 12.000 tonnellate di bucce d’arancia furono trasportate ad un passaggio sterile.

Il risultato fu sorprendente, in soli sei mesi, come ha spiegato Timothy Treuer dell’Università di Princenton, le bucce d’arancia si erano trasformate in un terreno argilloso.

Tuttavia, successe che TicoFruit, un produttore di succo di frutta e rivale di Del Oro, sostenne che era stato contaminato un parco nazionale e la Corte Suprema si schierò dalla parte di TicoFruit. Così successe che si fermò il progetto e fu dimenticato per una quindicina d’anni.

Allorché, gli investigatori decisero di tornare al terreno. Girarono per ore cercandolo, prima di rendersi conto che era proprio il terreno sul quale stavano camminando, merito di un cartello che avevano lasciato. Infatti, il panorama era completamente cambiato.

Si trovarono di fronte a un rigoglioso bosco!

Confrontando il luogo con le zone vicine non trattate con le bucce d’arancia, emerse che il terreno era molto più ricco e c’erano una maggiore diversità di specie arboree, nonché la loro quantità era nettamente superiore e in grado di assorbire molta più CO2 rispetto a dei normali boschi.

Ripopolare zone aride con gli scarti della frutta può essere un’ottimo modo per far ricrescere gli alberi e combattere il surriscaldamento globale. Si potrebbe davvero salvare il pianeta!

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!