Gli incoraggiamenti stimolano, le critiche sono distruttive.

Una volta, tanto tempo fa, gli studenti meno brillanti, diciamo così, venivano relegati in punizione “dietro la lavagna” oppure, addirittura, venivano costretti a indossare un berretto a punta con su scritto “asino”.

Viene da chiedersi se gli insegnanti di allora fossero davvero convinti di ottenere qualche risultato in quel modo. Umiliare qualcuno non sembra esattamente la via migliore per spronarlo a fare meglio.

Trattata così, probabilmente quella persona svilupperà solo una scarsa autostima e un feroce risentimento nei confronti della scuola. Bei risultati davvero.

Nella vita bisogna sempre guardare avanti e sempre cercare di migliorarsi. Cambiare i propri atteggiamenti, però, non è facile, anche perché richiede di mettersi in discussione, di fare i conti con le proprie debolezze, di mettersi davanti allo specchio della propria coscienza senza “raccontarsela”, come di dice.

Richiede, in una parola, di essere umili.

Sono due, fondamentalmente, gli approcci possibili al fine di migliorarsi.

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Uno è partire dai propri punti di forza: ognuno ha qualche talento, qualunque esso sia: sembra dunque ragionevole partire dalle qualità che sappiamo di possedere e cercare di svilupparle ancora di più.

Un altro approccio è quello che consiste nel lavorare sui difetti, per cercare di correggerli.

Sul piano pedagogico, già nel 1925 la psicologa dello sviluppo Elizabeth Hurlock arrivò a una conclusione piuttosto significativa e importante a favore del primo approccio.
In due parole, la ricercatrice vide che gli studenti che venivano incoraggiati in maniera positiva davano maggiori risultati di quelli che ricevevano solo critiche distruttive.

Si vide, in particolare, che degli studenti che erano stati solo criticati soltanto il 19 per cento aveva migliorato il rendimento scolastico, mentre quelli che erano stati incoraggiati con critiche costruttive avevano migliorato i propri risultati addirittura nel 71 per cento dei casi.

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Insomma: i risultati migliori sembrano arrivare da un approccio positivo e costruttivo, ovvero da un metodo di insegnamento basato sui punti di forza.

Distruggere l’autostima non porta a nulla.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!