Tradizioni orientali: Il loto d’oro

Quella del loto d’oro è una delle più infelici tradizioni orientali. Praticata a discapito di tutte le donne, la deformazione artificiale del piede era socialmente obbligatoria e così diffusa da rendere privi di efficacia i vari divieti promulgati nel tempo dalle dinastie che hanno governato la Cina.

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La leggenda vuole che la pratica del piede deformato – denominata loto d’oro per l’andatura oscillante – abbia visto la sua genesi nel 900 d.C., quando una concubina cominciò ad indossare particolari scarpe per soddisfare le richieste dell’imperatore, il quale era amante dei piedi estremamente piccoli.

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Il piede piccolo era una delle caratteristiche estetiche più apprezzate dell’epoca; fu così che le donne delle classi più alte cominciarono a seguire questa particolare moda che presto divenne l’espressione di uno status sociale e infine un requisito fondamentale per trovare marito.

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Il loto d’oro veniva praticato attraverso una fasciatura estremamente stretta che permetteva di mantenere le dita dei piedi sotto la pianta; l’unico dito lasciato libero era l’alluce, il quale doveva formare la punta. Inoltre veniva inarcato il piede in modo da avvicinare il più possibile l’alluce e il tallone.

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La fasciatura avveniva in tenera età: le madri cominciavano a fasciare le proprie figlie già dai due anni o al massimo entro gli otto, età in cui le ossa sono maggiormente flessibili e ancora non sviluppate. Il dolore era atroce e i piedi dovevano essere puliti continuamente da sangue e pus; con il tempo le ossa si spezzavano o venivano spezzate volontariamente.

Ad accanirsi rispetto a tale pratica erano soprattutto le classi sociali povere, che grazie ai piedi delle proprie figlie potevano sperare nel matrimonio con un uomo influente o nella vendita delle giovani ragazze come concubine.

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In ogni caso, il loto d’oro rendeva praticamente invalide le donne, incapaci di camminare normalmente e dunque di svolgere qualsiasi attività lavorativa: per questo motivo divenne simbolo di ricchezza, proprio delle donne che non hanno bisogno di lavorare.

 

Fu la dinastia Qinq a compiere il primo tentativo di mettere fine alla dolorosa pratica attraverso la promulgazione di severe leggi che vietavano il loto d’oro. Tuttavia, l’usanza era così radicata che solo intorno al 1950 cominciò a sparire definitivamente: le famiglie povere vedevano nella deformazione del piede l’unica speranza di progredire socialmente.

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