Il nonno difende il nipote gay rinnegando la figlia omofoba per averlo cacciato di casa. Una lettera da brivido!

Un nonno americano ha disconosciuto la figlia per aver cacciato di casa suo nipote gay.

Possiamo scegliere il colore degli occhi? Possiamo scegliere il colore dei capelli, il timbro della voce, l’altezza?

No, chiaramente. Lo capiscono tutti. Se fin qui ci arrivano tutti quanti, rimane un mistero il perché certe persone tendano a dare la “colpa” a certe altre per il loro orientamento sessuale.

 

Se sei etero, sei etero, se sei omosessuale, sei omosessuale e se sei bisex, sei bisex. E naturalmente in mezzo a questi “poli” esiste un mare enorme di sfumature intermedie…

Quel che vogliamo dire è che essere in un modo o nell’altro è qualcosa contro cui non si può fare nulla, contrariamente a quanto pensano certe confessioni protestanti fondamentaliste americane.

Si pensi che alcune di queste promettono alle famiglie di “raddrizzare” i loro figli omosessuali con mirabolanti “conversion therapies”. In cambio di bei dollari, ovvio.

Ma che senso ha colpevolizzare una persona per come è? Se ci pensate, nessuno. L’unica spiegazione che si può dare a un atteggiamento così bigotto è che la madre o il padre di un figlio gay si sentono “traditi” nella loro speranza di trasmettere i propri geni alla discendenza.

Insomma, è un modo di pensare che potrebbe avere un senso da un punto di vista evolutivo (il “mestiere” della vita è diffondersi il più possibile), ma che crea sconquassi al livello delle singole vite vissute.

Lo ha capito bene un nonno americano. Quando sua figlia Christine ha cacciato di casa il nipote Chad perché questi le aveva confessato di essere gay, il nonno ha preso carta e penna e ha figurativamente cacciato di casa lei per avere disconosciuto suo figlio.

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Queste alcune delle cose che l’uomo ha voluto dire a sua figlia: “L’unica cosa intelligente che ti ho sentito dire in tutto questo è ‘non ho allevato mio figlio per farne un gay’. Certo che no, ma lui è nato così e non ha potuto scegliere, come non ha potuto scegliere di essere mancino. Tu però hai scelto di fargli del male, hai scelto di essere meschina e retrograda.

E quindi, dato che siamo occupati a disconoscere i figli, credo che sia arrivato il momento di dirti addio. Adesso ho un nipote favoloso (come dicono i gay) da tirare su e non ho tempo per indirizzare parolacce a mia figlia…”.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!