
Intolleranza al lattosio: scopri con noi in che modo si riconosce
Intolleranza al lattosio: scopri con noi in che modo si riconosce. Non è facilissimo riconoscere i sintomi dell’intolleranza al lattosio. Questo perché molto spesso si confondono con quelli di una semplice costipazione. È chiaro che saperli riconoscere è importante per affrontare la malattia per tempo e in modo efficace.
Nella pubblicistica corrente il lattosio sembra aver acquisito lo status di nemico pubblico numero uno, il che è una semplificazione e una generalizzazione che può rivelarsi pericolosa.
Il perché è presto detto: se non ci sono malattie particolari, i latticini non fanno male e quindi non ha molto senso bandirli completamente dalla dieta.
Tra l’altro, può succedere che un soggetto sano che abbia smesso da un po’ di bere latte e mangiare latticini possa sviluppare una difficoltà a digerirli, laddove prima di smettere di assumerli non aveva mai avuto problemi in quel senso.
Intolleranza al lattosio: che cos’è
L’intolleranza al lattosio è l’incapacità o la difficoltà a digerire il lattosio, lo zucchero del latte. Questo per via della presenza insufficiente o della totale mancanza della lattasi, che è l’enzima senza il quale il lattosio non può essere scisso nelle sue due componenti principali, glucosio e galattosio.
Questa incapacità o difficoltà può essere genetica o acquisita. Se è genetica, di solito si manifesta quando il bambino arriva alla fase dello svezzamento.
Se è acquisita, può comparire in un qualunque altro momento della vita, sia da bambini che nell’età adulta: ciò a causa di una mancanza temporanea di lattasi che può dipendere da certe malattie, da terapie con antibiotici o da infiammazioni dell’intestino.
Di solito è sufficiente interrompere l’assunzione di latticini per un periodo di tempo da tre a sei mesi e poi riprenderne il consumo con gradualità.
I sintomi
Un’avvertenza doverosa e preliminare: se hai il dubbio di soffrire di intolleranza, vai da un gastroenterologo: così lo saprai con certezza e potrai regolarti di conseguenza.
Detto questo, occorre dire che i sintomi sono diversi da paziente a paziente, anche se quelli più ricorrenti sono meteorismo, flatulenza, crampi addominali, diarrea oppure, all’estremo opposto, stitichezza e gonfiore.
Sono tutti sintomi che hanno a che fare con la mancata o parziale digestione del lattosio. Ciò dà luogo a processi di fermentazione nell’intestino tenue. Meno comunemente, si possono anche osservare sfoghi sulla pelle, cefalea, astenia e nausea.
Alcuni di questi sintomi possono coincidere con quelli del colon irritabile, sicché è probabile che lo specialista ordini un test per la diagnosi differenziale.
Si chiama “breath test” e come dice il nome consiste in una analisi del fiato del paziente dopo che gli è stata somministrata una soluzione a base di lattosio. Se questo zucchero non viene adeguatamente digerito, si osserva infatti una anomala presenza di idrogeno nell’aria espirata dal soggetto.

In tasca una laurea in scienze dell’alimentazione, sulle dita una gran passione per la scrittura. Mi interessano in modo particolare i temi del riciclo e del fai da te, ma mi piace scrivere di qualunque argomento, purché sia curioso e coinvolgente. e mi piacciono la fotografia e i viaggi.
