La foglia che cresce selvatica in giardino e che cura tosse, raffreddore, bronchite e infezioni
Le sue origini sono europee, ovvero la malva è una pianta autoctona del nostro continente. Nelle nostre campagne si trova un po’ dappertutto.
Può arrivare fino un metro di altezza, le sue foglie sono molto riconoscibili, anche perché sono coperte da una fitta peluria. I fiori sono o rosa o viola. Anche da noi la malva è una pianta molto conosciuta e apprezzata e fin da tempi antichissimi.
In Siria sono state trovate tracce di semi di malva vecchi di 5mila anni. Greci e romani le attribuivano molte virtù. Pitagora (V sec a.C.) credeva calmasse le passioni e purificasse la mente, Cicerone (I sec a.C.) sembra la consumasse tutti i giorni in insalata.
Malva: la foglia che cura tosse, raffreddore, bronchite e infezioni
I suoi usi curativi sono molti e svariati. Contrasta in generale le malattie dell’apparato respiratorio, attenua il catarro e la bronchite, dà sollievo alle mucose infiammate, accelera la cicatrizzazione delle ferite interne, come possono essere le ulcere gastriche; ma non solo, è anche diuretica e lassativa e può anche essere usata per trattare gli arrossamenti e gli sfoghi della pelle.
La si può adoperare sotto forma di infuso e in questo modo è ottima contro raffreddore e bronchite: basta mettere a bollire le foglie (o anche i fiori), far raffreddare il tutto, filtralo e poi bere.
Se si prende per tre o quattro volte al dì, si tratta di un rimedio che talvolta funziona anche contro le emorroidi e il mal di stomaco.
L’infuso di malva si può bere, certo, lo abbiamo appena visto, ma si può usare anche solo per fare dei gargarismi: in questo caso questa pianta può rivelarsi utile a combattere eventuali lesioni del cavo orale.
Quanto al suo effetto lassativo, ancora, se ne può approfittare aggiungendola come ingrediente a insalate o altre pietanze.
Un ultimo impiego della malva è quello che la vede applicata direttamente sulla pelle per curare foruncoli o ascessi.