La ricetta: un potage salutare, ma con un occhio alla tradizione.
Ogni nonna prepara la zuppa – o potage o stufato o minestra che dir si voglia – alla sua maniera e naturalmente la ricetta della nonna è sempre la più buona che abbiate mai assaggiato.
Il potage lo si può preparare in mille modi diversi, ma pur con tutte le varianti possibili di solito non è un piatto che si possa definire propriamente dietetico, anzi. Ma anche così, sempre che non eccediamo da un verso o dall’altro, possiamo comunque trovare modi più salutari di preparare questa minestra.
La ricetta: un potage salutare, ma con un occhio alla tradizione
La regola fondamentale per un potage più salutare e amico della linea è scegliere materie prime di prima qualità. Questo significa, in particolare, adoperare solo olio buono per il soffritto.
Sono da evitare le carni processate industrialmente, perché apportano sale e grassi saturi: per esempio il salame affumicato, il sanguinaccio, le salsicce o la pancetta. Insomma, gli insaccati in genere.
Meglio dare il primo posto alle verdure e agli ortaggi, nonché ai legumi. Se poi nella nostra zuppa vogliamo comunque inserire della carne, dovremmo preferirne una magra: di pollo, di tacchino o di coniglio.
Meglio ancora, naturalmente, se decidessimo invece per il pesce o i frutti di mare. In quest’ultimo caso, la scelta migliore può essere il baccalà, perché è meno grasso anche rispetto al pesce azzurro.
Gli ottimi legumi
Per quanto riguarda i legumi, il potage ha il vantaggio di poter essere preparato in molti modi differenti, sicché possono andare benissimo ceci, lenticchie, fagioli o anche le fave.
I legumi, lo sappiamo, sono un cibo molto nutriente: apportano carboidrati, proteine, fibre, vitamine e minerali. Inoltre basta mangiarne relativamente pochi per sentirsi sazi in breve tempo, il che fa bene alla dieta. E siccome sono anche ricchi di fibra, il transito intestinale ringrazierà.
In questi tempi strani di “arresti domiciliari” di massa, causa Coronavirus, una buona zuppa fumante può davvero rivelarsi un “cibo di conforto”. E dio sa che di conforto abbiamo un gran bisogno.
Nell’attesa che passi la bufera.