Lascia gli occhiali per terra al museo d’arte moderna e vengono scambiati per un’opera d’arte

TJ Khayatan, 17 anni, dev’essere un burlone. Oppure ha capito anche troppo bene come funziona l’arte moderna.

Qualche giorno fa si trovava con alcuni amici in visita al Moma di San Francisco e un po’ per gioco, un po’ per vedere l’effetto che fa, ha pensato bene di lasciare i suoi occhiali posati sul pavimento.

Il ragazzo ha poi aspettato sul posto per vedere la reazione della gente. Vedere, fotografare e postare su Twitter: perché una provocazione che provocazione è, oggidì, se non finisce in rete? E la gente ha risposto, mettendosi a fotografare a sua volta gli occhiali come se fossero una vera “installazione”.

La cosa fa tornare in mente l’esilarante episodio della “sedia con corpo adagiato” messo in scena da un caustico Alberto Sordi regista nel film del 1978 “Dove vai in vacanza?”.

In quell’episodio la signora Sordi (Anna Longhi), sfinita per il gran camminare per i padiglioni della Biennale di Venezia, si accascia su una sedia collocata sotto a una pianta e finisce che i visitatori la credono una scultura vivente.

E già, perché il problema, con l’arte moderna, è che è diventata troppo astratta e concettuale perché la gente comune la possa riconoscere come arte. Intendiamoci, anche l’arte antica era concettuale.

La Primavera del Botticelli, per dire, è altamente concettuale, con un tale intrico di significati mitologici, filosofici e perfino astrologici che non si è ancora riusciti a trovarne una interpretazione definitiva e univoca.

Il problema però è che mentre la Primavera è riconoscibile da chiunque come arte, se non altro perché è una tempera su tavola realizzata con straordinaria maestria tecnica, l’orinatoio preso da Duchamp nel 1917 per farne un oggetto ready-made è e resta quello che sembra, un orinatoio.

Nel caso di Duchamp la creazione “artistica” si libera da qualunque substrato materiale (la tela, per Sandro Botticelli) per diventare una pura operazione intellettuale.

Il che ovviamente può dar modo a parecchi cialtroni (non tutti si chiamano Robert Rauschenberg o Piero Manzoni) di gabbare i gonzi, cioè il pubblico, ovvero noialtri, che abbiamo il sacro terrore di passare per scemi e quindi facciamo “oh” davanti alle stupidaggini più efferate.

È il caso dei visitatori della Biennale ’78 con la loro “sedia con corpo adagiato” o di quelli del Moma con gli occhiali di TJ.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!