integratori all'olio di krill

Olio di krill: la cura per il colesterolo che viene dal mare

Olio di krill: la cura per il colesterolo che viene dal mare.

L’olio di krill si ottiene da minuscoli invertebrati marini che vivono nei mari freddi intorno al circolo polare artico (e anche antartico). Si tratta di gamberetti trasparenti lunghi non più di un paio di centimetri e che appartengono a diverse specie dell’ordine Euphausiacea.

L’olio di krill è ricchissimo di acidi grassi essenziali omega 3. Si può prendere sotto forma di capsule disponibili sia in farmacia che in erboristeria.

I banchi di krill sono una delle fonti alimentari principali di svariate specie marine, comprese le balene.

Olio di krill: la cura per il colesterolo che viene dal mare

L’olio di krill coi suoi omega 3 protegge il sistema cardiovascolare, ma è anche antinfiammatorio, attenua i dolori dell’artrosi, può aiutare a tenere sotto controllo il diabete.

Dal punto di vista ecologico, i “gamberetti” che compongono il krill sono considerati una “specie chiave”, cioè un organismo che sta alla base della catena alimentare e da cui dipende la sopravvivenza di molte altre specie, come pinguini, balene, pesci e uccelli marini.

Tanto per fare un esempio, si è calcolato che per sostentarsi le balene abbiano bisogno di mangiare tutti i giorni almeno tre tonnellate di krill.

Assieme al plancton, il krill è una risorsa molto facilmente rinnovabile. Dal mare se ne estraggono quantità enormi (all’incirca tra le 150 e le 200mila tonnellate all’anno), ma queste sono solo una minima parte del totale.

Tra i “pescatori” di krill, i più attivi sono senz’altro i giapponesi.

La maggior parte del krill prelevato dall’uomo è usato come mangime per la piscicoltura, mentre al consumo umano è riservata solo una piccola parte, utilizzata dall’industria farmaceutica per produrre integratori.

Come s’è detto, si ritiene che il krill rappresenti una fonte alimentare assai facilmente rinnovabile, ma questo non ha impedito alla “Commissione internazionale per la conservazione dell’habitat dell’Antartide” di stabilire una quota annuale pescabile tra le 102 e le 110mila tonnellate.

L’olio di krill contiene acidi grassi essenziali (omega 6, omega 9 e omega 3); astaxantina, una sostanza antiossidante usata anche come conservante naturale; colina, un antinfiammatorio coinvolto nel processo di costruzione delle membrane cellulari; retinolo e tocoferoli

Di colore rosso, tra i molti vantaggi dell’olio di krill c’è anche il fatto che non è contaminato da metalli pesanti.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!