Chiuso lo stabilimento della Ferrero: nel mondo sale a 369 il numero di bambini contagiati dagli ovetti Kinder con salmonella, solo in Europa sono 324.
Il primo allarme risale al 21 dicembre scorso, quando nel Regno Unito è stato registrato il primo caso di intossicazione alimentare da salmonella legata ad un prodotto della Ferrero, proveniente dallo stabilimento di Arlon (in Belgio).
Nel frattempo, la produzione è stata sospesa e l’azienda ha chiuso i battenti per effettuare tutte le operazioni necessarie alla sanificazione alimentare. Potrebbe riattivarsi già dal mese prossimo, ma attualmente l’indagine interna è ancora aperta.
Rincuora sapere che
Intanto, l’ECDC (il centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha monitorato i casi, arrivando alla conclusione che sono 324 i bambini contagiati dalla salmonella in Europa, 369 in tutto il mondo, considerando anche i casi in Canada, Stati Uniti e Svizzera.
La lista definitiva è stata pubblicata il 18 maggio scorso.
Ovetti Kinder con salmonella: sono 369 i bambini Europei contagiati. I dati definitivi
L’ultimo aggiornamento risale al 25 aprile 2022, quando l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità) aveva diramato i primi dati ufficiali; ma rispetto ad allora il numero è raddoppiato.
L’infezione è stata veicolata da due ceppi diversi di Salmonella Typhimurium monofasica.
Il 41% dei bambini contagiati sono stati ricoverati e monitorati presso le strutture ospedaliere di zona. Per fortuna, non è stato registrato nessun decesso. In Italia, il problema è stato marginale, con un unico bambino colpito. Sul nostro suolo nazionale, infatti, gli ovetti Kinder sono prodotti e distribuiti quasi esclusivamente dalla Ferrero di Alba, che non ha mai registrato casi sospetti.
Ecco il dettaglio paese per paese:
- Regno Unito, 109
- Francia 81
- Belgio 64
- Svizzera 43
- Germania 22
- Irlanda 16
- Austria 14
- Spagna
- Svezia 4
- Paesi Bassi 3
- Danimarca 2
- Lussemburgo 2
- Norvegia 1
- Canada, 1
- USA, 1
- Italia 1
L’ECDC afferma che 8 di questi casi non sono imputabili al cioccolato dello stabilimenti belga. Potrebbe, allora, esistere anche un’altra fonte di contagio.