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Periodo fertile: che cos’è e quali ne sono i sintomi

Periodo fertile: che cos’è e quali ne sono i sintomi

Il periodo fertile è quella parte del ciclo nella quale una donna ha le maggiori possibilità di rimanere incinta.

In termini molto generali, possiamo dire che i giorni più propizi al concepimento sono sei e coincidono con la fase della ovulazione e col periodo che la precede immediatamente.

L’ovulazione consiste nel fatto che gli ovociti maturano e si insediano nella tuba uterina, dove uno di essi potrà essere fecondato, sempre che incontri uno spermatozoo.

Periodo fertile: che cos’è e quali ne sono i sintomi

Il tempo che passa tra l’inizio delle mestruazioni e l’ovulazione è per solito di 14 giorni, ma può esserci un’ampia variabilità individuale, il che dà conto del fatto che non sempre è semplicissimo calcolare il periodo fertile. In altri termini, non tutte le donne hanno un ciclo come da manuale.

Considerato tutto questo, è chiaro che è cruciale sapere quali sono i tempi del proprio corpo se si vuole avere un bambino o se, al contrario, si vuole evitare di concepire.

Ma per arrivare a una tale decisione non bisogna solo tenere conto del calendario, ma anche dei segnali del corpo, che a volte sono ambigui e di difficile interpretazione: per esempio cambiamenti del muco cervicale o un aumento della temperatura basale.

Prima dell’ovulazione

Il periodo che precede immediatamente l’ovulazione serve a preparare la fase fertile. È in questo lasso di tempo che si innesca una serie di eventi che sono propedeutici alla maturazione del follicolo destinato all’ovulazione.

C’è tutto un complicato e delicato gioco di ormoni (estrogeni, GnRH e così via) che porta alla maturazione di un cosiddetto “follicolo dominante”, che contiene un ovocita il cui destino, se incontra lo spermatozoo, è di essere fecondato.

Livelli crescenti di estrogeni causano l’ispessimento della parete uterina. Verso la metà del ciclo, a maturazione completata, l’estradiolo e l’ormone luteinizzante (LH) stimolano la rottura del follicolo e l’ovocita viene liberato nella tuba di Falloppio, passando attraverso la quale si dirige verso l’utero.

Con ciò si ha in buona sostanza l’ovulazione, che dura all’incirca 24 ore. Ma fa “finestra” per il concepimento, se così si può dire, è più ampia, perché dentro la donna gli spermatozoi possono rimanere vitali anche per quattro giorni.

Il punto fondamentale è che un qualunque rapporto sessuale che avvenga entro cinque giorni dall’ovulazione può portare alla fecondazione dell’ovocita. Fuori da questi cinque giorni una gravidanza diventa piuttosto improbabile.

Periodo fertile: i sintomi

Quando c’è l’ovulazione il corpo della donna cambia. Ci possono essere perdite vaginali più abbondanti del solito e anche di consistenza e colore differente.

Inoltre si possono verificare gonfiore e/o dolore al basso ventre; tensione nei seni; un aumento del desiderio sessuale; improvvisi mutamenti di umore; un aumento dell’appetito. c’è però da dire che per molte donne questi segnali, se pure si manifestano, non sono così evidenti.

Per individuare il periodo fertile si possono adoperare metodi diversi: ci si può innanzitutto basare sul calendario, tenendo conto della data dell’ultimo ciclo; si può tenere conto della misurazione quotidiana della temperatura basale; si possono tenere in considerazione i cambiamenti nelle secrezioni vaginali e cervicali.

Se ci si scopre in difficoltà nello stabilire se ci si trova o no nel periodo fertile è buona norma, sempre che si desideri concepire ovviamente, avere rapporti ogni due o tre giorni.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!