Sale iodato: ecco gli effetti collaterali che ci nascondono.

Lo iodio è una sostanza essenziale al corretto funzionamento del nostro organismo. L’assunzione della dose giornaliera consigliata aiuta a prevenire malattie della tiroide, per cui la premessa deve essere chiara: fare uso di iodio nelle quantità generalmente indicate dalla comunità medica è fondamentale.

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Detto questo, negli ultimi anni abbiamo assistito – motivata dalle circostanze appena specificate – ad una campagna sociale da parte dello stesso Ministero della Salute in favore del consumo di sale iodato, essendo questo una ricca fonte della sostanza.

L’azione del Ministero non si è fermata al mero suggerimento, tanto che dal 2005 è in vigore una legge per incentivare (leggasi “imporre”) l’uso del sale iodato  nell’industria alimentare nonché in ristoranti, mense e così via.

Un’iniziativa che sostenere visto il suo nobile scopo preventivo, eccetto che – come molto spesso si è costretti a dire – non è tutto oro quel che luccica.

Il sale marino grezzo, quello naturale per intenderci, contiene infatti sostanze minerali la cui assunzione si diceva prima essere fondamentale per il nostro organismo. Dunque qual è il problema?

Il lato controverso di questa vicenda è che il sale da tavola, quello che mettiamo nei nostri piatti, è ben diverso dal prezioso minerale prodotto dal mare.

Prima di finire sugli scaffali dei supermercati, il sale viene infatti “snaturato” totalmente attraverso un processo di raffinazione che in pratica lo svuota di tutte le sostanze in esso contenuto. Lo scopo è quello di essiccare e dare al sale una colorazione più bianca, dunque di renderlo “attraente”.

Durante questa fase a perdersi è anche il prezioso iodio consigliato dal Ministero. La supposizione logica è che – a differenza del semplice sale – il cosiddetto sale iodato salta il trattamento di cui sopra e conserva le sue sostanze. Non esattamente.

Lo iodio del sale iodato non è altro che un aggiunta chimica. Paradossalmente il sale marino viene privato dei suoi elementi naturali per poi essere sottoposto ad un trattamento chimico di aggiunta dello iodio: quest’ultimo estratto prevalentemente da rifiuti speciali quali inchiostri, mezzi di contrasto e via di seguito. Nulla di naturale in tutto ciò.

Altro aspetto da valutare è l’elevata concentrazione di iodio in questo prodotto veramente poco naturale, che supererebbe di gran lunga i limiti indicati dalla comunità scientifica. Tuttavia non c’è modo di conoscerne le quantità, dato che sull’etichetta tale informazione non viene riportata.

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Queste idee valgono oro… Altro che lattine!