Scatta il 25% di tariffa doganale degli Usa su parmigiano, pecorino, prosciutto (non dop) e provolone. Salvi il prosecco e l’olio di oliva

Dal 18 ottobre scatta una tariffa doganale del 25 per cento su alcuni prodotti alimentari italiani di eccellenza, come parmigiano reggiano, pecorino, provolone e prosciutto (fatta eccezione per quello dop, però).

È quanto hanno deciso le autorità americane su input del presidente Donald Trump, uno che concepisce i rapporti commerciali tra nazioni (e non solo quelli) come relazioni tra “winners” e “losers”.

Solo che alla fine della fiera è difficile prevedere chi saranno i winners, perché quando metti dazi alle importazioni ti esponi ovviamente alle contromisure dei Paesi esportatori, che faranno lo stesso coi tuoi prodotti.

Nell’elenco dei beni che cadono sotto la mannaia americana ci sono anche lo Scotch whiskey, i vini francesi, l’Emmenthal svizzero e pure la groviera.

Scatta il 25% di tariffa doganale degli Usa su parmigiano, pecorino, prosciutto (non dop) e provolone. Salvi il prosecco e l’olio di oliva

Come s’è detto, i dazi scatteranno dal 18 ottobre 2019, ma il rappresentante USA per il commercio Robert Lightizer ha detto che l’amministrazione americana auspica una trattativa con la UE per risolvere il contenzioso tra le due sponde dell’Atlantico.

Washington ha chiesto un incontro all’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) per il 14 ottobre, per ottenere l’approvazione delle contromisure decise contro Bruxelles.

Secondo la Coldiretti, per i produttori italiani questa decisione statunitense comporterà una sberla da 500milioni di euro, e va ancora bene che non siano stati toccati gli ingredienti di base della dieta mediterranea, come l’olio extravergine di oliva, le conserve di pomodoro, il vino e la pasta. Restano fuori anche i prosciutti dop, come per esempio il San Daniele.

La mannaia dei dazi sui prodotti europei cala dopo la decisione del WTO di dare luce verde agli Stati Uniti per la loro richiesta di imporre tariffe all’importazione per un ammontare annuo pari a a sette miliardi e mezzo di dollari.

Alcuni analisti ritengono che questa guerra dei dazi sarà un ulteriore freno alla crescita economica mondiale. Per non parlare di quella italiana, che è ferma al palo ormai da molti anni.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!