
Lo smaltimento di guanti e mascherine fatto in modo scorretto sta provocando parecchi problemi che i Sindaci si trovano ad affrontare.
Il rimedio contro questa nuova forma di inciviltà , perché è innegabile che di inciviltà si tratti, è lo stabilire multe molto salate per i trasgressori.
Smaltimento scorretto di guanti e mascherine, i rischi
Il primo rischio è certamente l’inquinamento ambientale.
Guanti e mascherine vengono gettate impunemente per strada, soprattutto nelle vicinanze di negozi e supermercati.
Il secondo, ma non in termini di importanza, è il rischio per la salute altrui.
La mascherina può essere appartenuta ad un infetto. Indipendentemente dal fatto che fosse asintomatico o meno, è comunque una fonte di contagio, considerando i tempi di permanenza del virus sugli oggetti.
Non vengono gettati in strada solo guanti e mascherine ma anche fazzoletti di carta, salviette e bottiglie disinfettanti.
Il corretto smaltimento
L’Istituto Superiore della Sanità ha ben indicato le modalità di smaltimento dei dispositivi di protezione individuale.
Questi rifiuti si devono avvolgere in uno o più sacchetti di plastica ben chiusi, quindi gettati nella indifferenziata.
I provvedimenti dei Sindaci e delle Regioni
Le ordinanze prevedono multe anche molto salate.
Nardò (Lecce), con ordinanza n. 219 del 13 maggio 2020, il Sindaco Giuseppe Mellone stabilisce sanzioni fino a 450 €.
Roma, il Sindaco Virginia Raggi stabilisce multe fino a 500 €.
Viareggio, il Sindaco Giorgio Del Ghingaro dispone sanzioni amministrative dai 25 a 500 €. Nonché multe da 600 fino a 6000 € se gli incivili sono positivi o infetti.
Castelfranco Emilia (Modena), il Sindaco Giovanni Gargano stabilisce multe da 300 a 3000 €. Raddoppiate se il trasgressore è positivo o infetto.
La Liguria, con ordinanza n. 29/2020, stabilisce le stesse sanzioni.
Casale Monferrato (Alessandria), con ordinanza n. 176/2020, sanzioni amministrative da 25 a 500€.
In tutto lo stivale le sanzioni fioccano per cifre simili. In alcune Regioni si è avviata anche una campagna di sensibilizzazione ma la cosa che sconcerta è che effettivamente ce ne sia bisogno.

Classe 1966, vanta una storica esperienza nella realizzazione di video tutorial e guide legate al mondo del fai da te e del riciclo creativo. Nel 2018 ha deciso di fondare il proprio portale di informazione relativo ai temi a lei tanto cari, col fine nobile di limitare gli sprechi e foraggiare il riuso creativo.
