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Spegnere la fame direttamente nel cervello: la speranza da un nuovo farmaco

Spegnere la fame direttamente nel cervello: la speranza da un nuovo farmaco

Nella maggior parte dei casi tenere sotto controllo il peso è una questione di alimentazione sana e di costante esercizio fisico. Certe volte però questo non basta e i chili di troppo possono trasformarsi in un problema serio.

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Ma è possibile combattere l’obesità con un farmaco? Stando alla radice greca del nome, un “farmaco” è sempre per ciò stesso anche un veleno, nel senso che non c’è praticamente medicinale che non abbia effetti collaterali.

Ma la scienza va avanti e forse anche su questo fronte ci sono buone notizie. Un trattamento sperimentale messo in pratica da alcuni scienziati e documentato in uno studio pubblicato poco tempo fa sembrerebbe infatti aprire nuove prospettive nella lotta all’obesità.

La ricerca

Lo studio clinico ha coinvolto quasi 2mila adulti obesi di 16 Paesi diversi. Questi soggetti hanno preso una dose settimanale di un farmaco che si chiama semaglutide, tra l’altro già impiegato nella terapia del diabete di tipo 2.

A un gruppo di controllo, come accade in questi casi, è stato dato solo un placebo. A tutti e due i gruppi, però, è stato fatto seguire un corso di orientamento sulla la perdita di peso.

Alla fine della ricerca si è visto che i soggetti che avevano preso il placebo avevano perduto pochissimo peso. I pazienti che invece avevano assunto il medicinale avevano visto cali di peso significativi, anche del 20 per cento.

Più nel dettaglio: dopo 68 settimane di trattamento col semaglutide (sostanza che sopprime l’appetito direttamente nel cervello) i soggetti non placebo in media hanno perso il 14,9 per cento del loro peso iniziale.

In generale, il semaglutide è risultato due volte più efficace degli altri farmaci che si usano per il trattamento dell’obesità. È un’efficacia che addirittura viene paragonata a quella della chirurgia.

Ma non è tutto. Oltre a perdere peso, infatti, i soggetti del trial hanno anche fatto registrare una diminuzione significativa di alcuni fattori di rischio cardiaci e metabolici.

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Gli effetti collaterali

Ma si diceva della natura bifronte dei farmaci, che sono sempre al tempo stesso medicine e veleni: per il semaglutide s’è visto che nel dosaggio necessario per gli effetti anti-obesità può dare nausea e diarrea.

Insomma, in medicina come in generale nella vita reale, non esistono bacchette magiche.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!