La TARI è l’ultima “evoluzione” della tassa sui rifiuti, precedentemente nota come TIA, TARSU, TASI e per un breve periodo inclusa nell’IMU, la tassa sugli immobili. Sappiamo tutti che dobbiamo pagarla e non c’è via di scampo, ma in alcuni casi sono previste esenzioni e riduzioni dell’importo.
La tassa sullo smaltimento dei rifiuti è regolata per alcuni aspetti dallo Stato, per altri dall’ente comunale in cui risiediamo e abbiamo domicilio.
Mentre tendiamo a verificare fino all’ultimo centesimo gli importi addebitati da operatori telefonici ed erogatori di corrente elettrica e gas, quando arriva una tassa al primo momento utile corriamo a pagare, a volte senza sapere dell’esistenza di sgravi fiscali che potrebbero riguardare anche noi.
In quali casi non deve essere pagata la TARI?
Ci sono alcuni casi particolari in cui la tassa sui rifiuti non deve essere pagata, o meglio possiamo chiedere al Comune di esentarci.
Alcune famiglie dispongono di locali non utilizzati. Un locale inutilizzato può essere, ad esempio, una seconda casa o un locale commerciale che da tempo non riusciamo ad affittare oppure che teniamo da parte per un uso futuro.
Per chiedere l’esenzione dal pagamento della tassa sullo smaltimento dei rifiuti è però necessario che a tale immobile non sia collegato ad utenze della luce, del gas o telefoniche, cioè che vi sia una prova dello stato di “abbandono”.
Non dobbiamo pagare la tassa sui rifiuti anche nel caso in cui ci occupiamo direttamente del trasporto degli stessi presso il sito di smaltimento del Comune.
Difficile che si verifichi tale circostanza, cioè che non si scenda a gettare il sacchetto nell’apposito contenitore e ci si preoccupi personalmente di portarlo al sito di smaltimento! Potrebbe però capitare per i locali che usiamo come magazzini. In tal caso dobbiamo comunque preoccuparci di chiedere l’esenzione, non possiamo semplicemente non pagare.
Se anche voi rientrate in queste categorie, non aspettate oltre e recatevi al Comune per chiedere informazioni!