Un artista geniale crea sculture nascoste nei boschi per sensibilizzare tutti i visitatori sul tema del riciclo

Diciamo la verità, le sculture di legno riciclato che l’artista danese Thomas Dambo ama collocare nei boschi non sono esattamente un esempio di leggiadria.

Un po’ per il soggetto che rappresentano, ovvero incarnazioni varie del troll della mitologia nordico-scandinava. E un po’ per il carattere della cultura nordica in generale, che è molto “in-your-face”, come dicono gli anglosassoni, ovvero molto diretta e piuttosto priva di sfumature.

Dicono che gli olandesi siano “blunt”, diretti fino alla scortesia. Ecco, moltiplicate per qualche ordine di grandezza e avrete un’idea dell’approccio scandinavo al mondo: non arabeschi come a Roma o a Napoli, ma linee diritte e angoli retti. È un’eredità della mentalità rigida e rigorosa del protestantesimo luterano.

Però alle sculture di Dambo non si può certo negare una ruvida efficacia. Sono potenti e sono anche molto simpatiche e divertenti, soprattutto per i bambini. Ci si può giocare sopra e anche dentro, ci si può fantasticare e scatenare l’immaginazione.

E poi il loro autore, che per anni di mestiere ha fatto il falegname, le realizza per un preciso scopo pedagogico: educare i più giovani alle virtù del riciclo.

Dambo è interessato da sempre alla costruzione di oggetti e sculture. Per dare vita ai suoi enormi troll, di solito viene aiutato da una squadra di volontari.

Ogni scultura – o installazione che dir si voglia – viene battezzata col nome di una delle persone che ha collaborato alla sua costruzione.

Ogni opera è il risultato dell’assemblaggio di materiali di riciclo: legno recuperato, pallet non più usati, vecchi capanni. È importante sottolineare che la costruzione delle sculture di Dambo non produce altri rifiuti e non danneggia l’ambiente.

Mentre tutti tocchiamo con mano gli effetti perversi delle nostre infinite e sconsiderate manipolazioni dell’ambiente, quello che Dambo ci consegna con le sue mega sculture è un messaggio importante: ogni volta che è possibile, è vitale ridurre al massimo l’impatto sull’ambiente di tutte le nostre attività.

Ne va della salute. Anzi, a questo punto ne va della nostra stessa sopravvivenza come specie.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!