Lo Xanax è indubbiamente uno dei farmaci ansiolitici più conosciuti e utilizzati al mondo. Per gestirne al meglio l’assunzione e comprendere a pieno i consigli del medico, è consigliabile conoscerne le caratteristiche e gli effetti collaterali.
Se vuoi qualche informazione in più in merito, non ti resta che seguirci nelle prossime righe per leggere la semplice guida che abbiamo creato sul tema.
Cos’è e a chi serve lo Xanax
Lo Xanax è un farmaco ansiolitico. In Italia è distribuito dalla casa farmaceutico Pfizer. Acquistabile unicamente previa prescrizione medica – assumere gli ansiolitici di propria iniziativa è sconsigliato e pericoloso – viene somministrato a persone che soffrono di disturbi d’ansia, ma anche di problematiche come l’insonnia o gli attacchi di panico. Il nome del suo generico è Alprazolam.
Quando si parla delle applicazioni, è necessario prendere in considerazione anche altri casi oltre a quelli appena ricordati, che sono i più famosi. Non bisogna però dimenticare che lo Xanax viene somministrato anche ai pazienti chemioterapici per contrastare gli episodi di nausea causati dai medicinali contro il cancro.
Concludiamo ricordando che lo Xanax è utilizzato anche per contrastare i sintomi dell’astinenza da antidepressivi.
Posologia
Lo Xanax viene somministrato sotto forma di gocce o compresse. In linea di massima, comincia ad agire dopo un’ora dall’assunzione. Ovviamente i dosaggi vanno decisi dal medico. Se si esagera, infatti, i rischi per la salute sono notevoli.
Effetti collaterali
Gli effetti collaterali dello Xanax sono numerosi. Tra questi, è possibile ricordare la dipendenza, più frequente tra le persone che hanno avuto storie di dipendenza da alcol o farmaci. Si può parlare anche di ipersensibilità alle luci e di episodi di diarrea e cefalea.
Degno di nota è anche l’effetto rimbalzo, che si contraddistingue per il palesarsi dei problemi che il farmaco avrebbe dovuto contrastare. Per evitare questa conseguenza, è fondamentale non sospendere all’improvviso l’assunzione del farmaco. Il dosaggio, infatti, deve essere ridotto in maniera graduale.