Cinque cose che non sapevate su cinque quadri famosi

La storia dell’arte è piena di fatti curiosi, singolari, divertenti o inquietanti. Qui di seguito ve ne raccontiamo alcuni che forse non conoscevate.

La donna che vedete di spalle si chiamava Anna Christina Olson ed era una vicina di casa dell’artista originario della Pennsylvania Andrew Wyeth. Potrebbe sembrare una serena veduta di tipo pastorale, ma nasconde un risvolto doloroso. La ragazza ritratta distesa sull’erba, infatti, soffriva di una malattia muscolare che la costringeva a “camminare” proprio in quel modo, ovvero trascinandosi in terra.

Violentata all’età di 18 anni, la grande Artemisia Gentileschi ebbe il coraggio di denunciare il suo aguzzino e di accusarlo in un pubblico processo (nel corso del quale fu torturata per essere certi che non stesse mentendo, quelli erano i tempi) dal quale il colpevole uscì però libero. Questo “Giuditta e Oloferne”, che descrive l’eroina bilblica mentre decapita il generale babilonese, mostra tutta la furia repressa della pittrice.

Questo è uno dei quadri americani più noti al mondo, anche se crediamo siano pochissimi a sapere il nome del suo autore. Si chiamava Grant Wood ed era esponente di una corrente artistica detta “regionalismo”. Il titolo del quadro è American Gothic e descrive un agricoltore impoverito dalla Depressione accanto a sua moglie. Secondo Grant dovevano intendersi come padre e figlia, ma in realtà i due erano il suo dentista e sua sorella, Nan Wood Graham.

Poco si sa di questa “Ragazza con l’orecchino di perla”. È stato suggerito che la ragazza possa essere la figlia di Vermeer o la sua amante, ma non è importante, perché il quadro in realtà era un cosiddetto “tronie”, cioè in pratica uno studio del tutto di fantasia, come anche provano le vesti esotiche indossate dalla ragazza.

John Everett Mills dipingeva dal vero ogni volta che fosse possibile. Per questo quadro in particolare, però, non ritenne fosse il caso che la modella – la diciannovenne Elizaneth Siddall – si immergesse in uno stagno e la ritrasse invece a mollo nella vasca da bagno del suo studio londinese.

John Singer Sargent sperava che questo quadro lo avrebbe reso famoso, ma questo ritratto di Virginie Avegno Gautreau, la moglie americana di un banchiere francese, altro non fece che offendere i critici quando l’opera fu esposta al Salon de Paris nel 1884. Una esplicita sessualità era perfettamente accettabile se si trattava di quadri mitologici o di prostitute che posavano come modelle a tempo perso, ma non quando il soggetto era un’esponente dell’élite parigina di quel tempo.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!