Il pungitopo: scopri come si cura una pianta invernale
Il pungitopo: scopri come si cura una pianta invernale. Tra le piante ornamentali, il pungitopo è una delle più amate. Si adopera d’autunno per abbellire le nostre case, ma la sua “vera” stagione è quella a ridosso del Natale.
Il suo nome popolare ha ovviamente a che vedere con le foglie dotate di aculei. Cresce selvatico più o meno in tutta Italia, soprattutto nelle aree montane.
Ma può anche essere coltivato? È quello che vedremo qui appresso.
È indubbiamente una pianta notevole per molti aspetti, tra i quali anche alcune proprietà curative. Qui di seguito troverai alcune informazioni su come si usa, come si raccoglie e come si può coltivare in casa.
Non è un agrifoglio
Si tratta di un arbusto sempreverde che, strano ma vero, appartiene alla stessa famiglia degli asparagi e che è piuttosto comune in Italia. Spesso viene confuso con l’agrifoglio, ma in effetti siamo di fronte a due varietà che pur avendo delle caratteristiche comuni sono però differenti e distinte. Basti solo considerare che l’agrifoglio può arrivare a 10 metri di altezza.
Il pungitopo e le sue qualità curative
Le sue proprietà terapeutiche sono legate in buona parte ai flavonoidi che contiene, ma soprattutto alla ruscogenina, che è una sostanza dall’efficacia antinfiammatoria.
Il pungitopo, più in generale, si può adoperare per: favorire la diuresi, dato che stimola la funzione renale e migliora la salute della vescica; per prevenire le infiammazioni: per via della ruscogenina estratti di pungitopo si possono rivelare utili come antinfiammatorio naturale; per la circolazione: può svolgere infatti un’azione protettiva sulle vene; e può essere utile anche per curare le emorroidi.
A volte non si può raccogliere
In alcune zone del nostro Paese raccoglierlo è vietato, perché è una pianta indispensabile alla sopravvivenza del sottobosco e anche di alcuni animali che si nutrono delle sue bacche.
Per sapere se si può raccogliere, bisogna rivolgersi alla Forestale competente per il proprio Comune di residenza (o di vacanza). quando si può raccogliere, di solito ciò è possibile da settembre fino all’inverno avanzato.
Il pungitopo: da coltivare
Il pungitopo si può coltivare per seme o per talea. La modalità per talea consente di avere un esemplare dotato delle stesse caratteristiche genetiche dell’arbusto originario. Basta tagliare un rametto laterale della pianta, lungo più o meno dieci centimetri, e affondarlo in un mix di sabbia e torba fino a che non spuntano le radici.
A quel punto si può mettere a dimora definitiva. È un lavoro da fare tra la primavera e l’autunno.
Pianta tipica dei climi settentrionali, il pungitopo resiste bene alle gelate e non ha paura degli sbalzi di temperatura. Preferisce un’esposizione all’ombra, al massimo in penombra. Ne deriva che d’estate dovrà essere messa al riparo dal sole.
Gli sono congeniali i terreni umidi. Se lo coltivi in vaso, meglio mettere sul fondo del materiale drenante (per esempio delle palline d’argilla), perché non ama i ristagni d’acqua.