Le Persone Che Usano Il Silenzio Come Risposta, Aggrediscono E Manipolano Velatamente

La comunicazione è alla base di ogni rapporto umano.
La comunicazione viene usata per domandare, riportare, per informare, per approfondire, per esprimere le nostre opinioni, per confrontarci, per discutere con gli altri.

Comunichiamo ogni qualvolta vogliamo esprimere le nostre emozioni, i nostri sentimenti, quello che pensiamo.

Quando ci confrontiamo con gli altri e la discussione non ci piace, non tutti scelgono di rispondere a determinate domande o offese o giudizi. Spesso ci sono persone che decidono di restare in “assoluto silenzio.”

Cosa succede in questi casi?

Succede che le persone che ricevono il silenzio come unica risposta, avvertono un profondo senso di inquietudine e cadono in una incertezza emotiva difficile da sostenere.

Elias Canetti, scrittore, saggista e aforista bulgaro naturalizzato britannico di lingua tedesca, insignito del Nobel per la letteratura nel 1981, sosteneva:

“Ci sono alcuni che nel silenzio raggiungono la loro massima cattiveria.”

Perché il silenzio di una persona amata, di un familiare, di qualcuno a noi caro, può essere una sorta di dura punizione, un’aggressione mentale, una manipolazione affettiva allo scopo di mortificare e umiliare l’altra persona.

Può essere questa un’arma in grado di ferire una persona più fragile ed emotiva.

Certamente ognuno di noi ha il diritto di non rispondere a una determinata domanda, di “tenere il muso”..

È quel silenzio che è in grado di ferire e intimorire l’altro.

Quando si riceve il silenzio come risposta, tra le ipotesi che la persona formula c’è:

Non risponde perché non ha il coraggio di assumersi le sue responsabilità;
Non gli importa nulla di noi e di quello che causa con il suo silenzio;
È perfettamente consapevole di quello che provoca e resta intenzionalmente in silenzio.

Chiaramente sono tre atteggiamenti profondamente sbagliati che mostrano mancanza di maturità, rispetto, egoismo.

Spesso si sta in silenzio anche per non creare una discussione o un litigio, oppure perché ci si rende conto di non essere ascoltati e quindi è inutile parlare.

Anche nei momenti di forte rabbia alcuni scelgono il silenzio, per non dire parole che poi potrebbero pentirsi.

Quindi il silenzio può avere molti più significati. Per concludere facciamo nostro un aforisma di Jan Paul Sarte che recita: “Ogni parola ha conseguenze. Ogni silenzio anche.”

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!