Pensione: ecco gli 11 modi per lasciare prima il tuo lavoro

Pensione, 11 modi per lasciare prima il lavoro.

Per molti andare è solo una favolosa e lontanissima prospettiva, non proprio come vincere alla lotteria, ma quasi.

Però in tutte le cose della vita è bene informarsi e se vi date uno sguardo attorno scoprite che esistono molti modi diversi per andare in pensione.

Sono almeno undici e forse uno di questi è quello che fa per voi.

Vediamoli.

Pensione, 11 modi per lasciare prima il lavoro

Uno. Per la pensione di vecchiaia ci vogliono almeno 67 anni di età e come minimo venti anni di contribuzione. In caso abbiate svolto lavori usuranti, in quest’anno 2020 potete ancora andar via a 66 anni e 7 mesi di età, come nel 2018, ma con almeno 30 anni di contributi.

Due. Quale che sia la vostra età, potete andare in pensione anche con la pensione anticipata. Gli uomini devono aver versato contributi per almeno 42 anni e 10 mesi, le donne per 41 anni e 10 mesi.

Tre. Per chi tra voi ha almeno 64 anni di età e 20 anni di contributi nonché un assegno previdenziale pari ad almeno a 2,8 volte l’assegno sociale (1.287,52 euro nel 2020) e i contributi avete cominciato a pagarli dal 1996, c’è diritto alla pensione anticipata contributiva.

Quattro. Chi ha lavorato e versato contributi per almeno un anno prima di compiere i 19 di età e appartiene alla categoria dei lavoratori precoci può lasciare il lavoro con 41 anni di contributi non importa quanti anni abbia, a patto che rientri in una di queste categorie: chi è disoccupato e ha esaurito l’assegno di disoccupazione da almeno tre mesi;

chi deve badare a un parente con grave disabilità da almeno sei mesi continuativi; chi ha un’invalidità di almeno il 74%; chi ha fatto lavori usuranti o ha svolto una delle 15 mansioni indicate come “gravose” per almeno 6 anni negli ultimi 7 o per almeno 7 negli ultimi 10.

Cinque. Quota cento. Per andare in pensione in questo caso dovete avere 62 anni di età e 38 di contribuzione (quota 100, appunto). Almeno 35 anni di contributi devono essere effettivi.

Sei. Se avete svolto un lavoro usurante per almeno metà della vostra vita professionale o per almeno 7 degli ultimi 10 anni, potete andare via prima dei 67 anni. Vi bastano 61 anni e 7 mesi di età e 35 anni di contributi: la loro somma deve essere minimo 97,6.

Sette. Se siete donne, avete maturato almeno 35 anni di contributi e compiuto 58 anni di età nel caso del lavoro pubblico o 59 nel caso del lavoro indipendente, potete andare via prima sfruttando l’“Opzione donna”.

Otto. Se vi restano non più di 5 anni alla pensione di vecchiaia o anticipata e la ditta per cui lavorate ha più di mille dipendenti e ha in vista un piano di riorganizzazione, potreste approfittare del cosiddetto contratto di espansione.

In questo lasso di tempo avrete un assegno pari alla pensione maturata al momento in cui terminate di lavorare.

Nove. Chi ha almeno 62 anni di età oppure 37 anni e 1 mese di contributi (un anno di meno le donne) può far ricorso ai fondi di solidarietà, che possono elargire un assegno straordinario che “accompagna” alla pensione, di vecchiaia o anticipata, fino a un massimo di cinque anni.

Dieci. L’isopensione. Permette di lasciare il lavoro a 60 anni di età o con 36 anni e 4 mesi di contributi (gli uomini, un anno in meno le donne).

Si tratta di un assegno-ponte da quando concordate l’uscita dall’azienda fino al maturare dei requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata. È pagata tutta dal datore di lavoro, che deve versare pure i contributi.

Undici. Infine abbiamo l’Ape social. Si tratta di un anticipo che può applicarsi alle persone che hanno compiuto almeno i 63 anni di età e fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia o anticipata.

L’assegno è pari alla pensione maturata quando si chiede l’Ape, con un massimo di 1.500 euro lordi, erogato per dodici mesi l’anno.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!