Basse dosi di aspirina possono aiutare le donne con una storia di aborti spontanei
Una nuova ricerca dell’American College of Physicians ha trovato che l’assunzione quotidiana di basse dosi di aspirina può aiutare le donne con una storia di aborti spontanei.
Il rapporto, pubblicato sulla rivista Annals of Internal Medicine lo scorso 25 gennaio, sostiene che i benefici dell’aspirina sono risultati più evidenti nelle donne che avevano cominciato ad assumerla quotidianamente già prima del concepimento.
I risultati, in termini di completamento della gravidanza, sono stati anche migliori quando le donne hanno aderito strettamente a una terapia di assunzione di aspirina per 4 o 7 giorni a settimana.
In proposito i ricercatori hanno sottolineato l’importanza che le pazienti si attengano strettamente alla terapia indicata, se vogliono ottenerne i benefici sperati.
Va peraltro sottolineato che l’aspirina non va bene per tutte le pazienti, soprattutto per il rischio di emorragie. È quindi di fondamentale importanza rivolgersi a un medico prima di provare questa terapia.
In definitiva: basse dosi di aspirina possono migliorare la gravidanza nelle donne a rischio
La ricerca è stata condotta da alcuni studiosi della Emory University e dei National Institutes of Health. Lo studio ha riguardato 1227 donne che cercavano di rimanere incinte e che avaveno già avuto aborti spontanei.
In un primo momento dal trial si è concluso che l’assunzione di basse dosi di aspirina non migliorava l’esito delle gravidanze, ma a un riesame dei dati i ricercatori si sono accorti che un fattore decisivo era fino a che punto le pazienti coinvolte si erano attenute alle indicazioni terapeutiche.
Si è visto che un’adesione stretta alla terapia, con l’assunzione di aspirina per almeno 4 giorni a settimana, aveva portato a otto gravidanze in più e a sei aborti in meno, nonché a 15 nati vivi ogni 100, ovvero un aumento del 30 per cento.
Perché l’aspirina?
L’effetto positivo dell’aspirina sulle gravidanze pare si debba al fatto che l’aspirina migliora il flusso sanguigno attraverso la placenta, il che a sua volta aiuta a ridurre il rischio di aborto.