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Coronavirus: secondo Silvio Garattini il picco ci sarà “settimana prossima con 30-40mila casi”

Coronavirus: secondo Silvio Garattini il picco ci sarà “settimana prossima con 30-40mila casi”.

Nella situazione drammatica e difficilissima nella quale ci troviamo (in compagnia di moltissimi altri Paesi, ormai), finora nessuno degli addetti ai lavori – epidemiologi, infettivologi e quant’altri – s’era mai azzardato a fare previsioni su quando avremmo toccato il cosiddetto “picco” dei contagiati da Coronavirus.

Adesso una voce si è levata e si tratta di una voce che per solito non spara sciocchezze: stiamo parlando del professor Silvio Garattini, il fondatore dell’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano.

Coronavirus: secondo Silvio Garattini il picco ci sarà “settimana prossima con 30-40mila casi”

In una intervista a Radio Capital riportata da Adn Kronos, il farmacologo ha detto che “Per la settimana prossima ci aspettiamo il picco, realistico pensare a 30-40mila casi”.

Va detto che questa opinione si fonda su uno studio pubblicato sul Lancet venerdì 13 marzo. Si tratta di un modello di previsione elaborato sulla base dei numeri del Ministero della Salute da due ricercatori del Mario Negri e dell’Università di Bergamo.

Lo studio è a firma di Andrea e Giuseppe Remuzzi e dice, tra l’altro: “La percentuale di pazienti in cura intensiva registrati giornalmente in Italia tra il primo marzo e l’11 marzo 2020 si è sempre attestata tra il 9% e l’11% dei pazienti con infezione attiva.

Il numero di pazienti infettati a partire dal 21 febbraio in Italia ha seguito un andamento strettamente esponenziale. Se questo trend continua per un’altra settimana, ci saranno 30mila pazienti contagiati. Le unità di cura intensiva a quel punto saranno al massimo della capacità; per la metà di aprile 2020 serviranno più di 4mila letti”.

Significative le parole a commento dello stesso professor Giuseppe Remuzzi, uno dei due autori della ricerca: “Ci rendiamo conto – scrive – che è molto verosimile che a questo numero di posti letto di terapia intensiva non si possa arrivare. Una percentuale speriamo significativa di pazienti accederà alla terapia intensiva, gli altri saranno trattati con supporti respiratori meno invasivi.

Questa è una grossa sfida per l’Italia, perché ora ci sono poco più 5.200 posti letto in terapia intensiva in totale.Teniamo conto poi che abbiamo solo poche settimane per l’approvvigionamento di personale, attrezzature tecniche, e materiali.

Sappiamo che il governo è al lavoro per approvare una legge che consentirà al servizio sanitario di assumere 20.000 medici e infermieri e di fornire altri 5.000 ventilatori agli ospedali italiani. Queste misure rappresentano un passo nella giusta direzione, ma il nostro modello ci dice che devono essere attuate con urgenza, nel giro di pochi giorni”.

Quanto al professor Garattini, nell’intervista radiofonica ha detto, tra l’altro: “Tutto dipenderà da noi, dalla nostra capacità di evitare il contagio. Atteniamoci alle disposizioni. Se tutti avessero stili di vita adeguati e ci fosse un’adeguata prevenzione, forse saremmo più resistenti. La diffusione di virus e batteri continuerà a esserci, dobbiamo ripensare il mondo della salute”.

E ancora: “Bisognerebbe fare tamponi più mirati, in particolare agli operatori sanitari e a quelli più a rischio”.

Dal punto di vista più strettamente farmacologico, Garattini ha anche detto che “si sta studiando anche un farmaco che fu usato per ebola, in Cina è in fase avanzata. Poi c’è l’anticorpo che stanno studiando in Olanda. Ma c’è bisogno di tempo, anche per la sperimentazione.

A breve bisogna vedere qual è l’efficacia del farmaco che stanno studiando a Napoli. Sarebbe bene che, siccome ci sono già un po’ di pazienti, i risultati venissero resi noti. Siamo un Paese poco preparato a questo tipo di attività, abbiamo reso la ricerca quasi inesistente, la finanziamo molto meno di qualsiasi altro paese europeo. Dobbiamo pensare anche a questo”.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!