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Coronavirus: tutta Italia “zona rossa”, «spostamenti solo per comprovati motivi di salute o lavoro»

Coronavirus: tutta Italia “zona rossa”, «spostamenti solo per comprovati motivi di salute o lavoro».

Con una decisione che dice molto della estrema serietà e gravità della situazione, il Governo l’altra sera ha deciso di estendere a tutta Italia le restrizioni alla libertà di circolazione delle persone (sancita a livello costituzionale) che sabato scorso (7 marzo) erano già state disposte per la Lombardia e altre 14 province.

Lo scopo della mossa è chiaro: rallentare il più possibile la diffusione del coronavirus. La posta in gioco è la tenuta del sistema sanitario, già messo a durissima prova in Lombardia e Veneto. Si tratta di fare in modo che le terapie intensive non vengano interamente occupate dai malati di coronavirus.

Il rischio è che, arrivando a saturazione quei posti, i medici siano costretti a decidere chi vive e chi muore. E poi c’è il fatto che le terapie intensive servono anche ad altre categorie di malati, per esempio le vittime di incidenti stradali o i pazienti colpiti da ictus.

Coronavirus: tutta Italia “zona rossa”. «spostamenti solo per comprovati motivi di salute o lavoro».

E dunque, a partire da oggi 10 marzo 2020, e fino al 3 aprile, il governo allarga a tutto il Paese le misure straordinarie che erano già attive in Lombardia e in altre 14 province.

Questo nuovo Dpcm (Decreto della presidenza del consiglio dei ministri) prevede per tutti il divieto di spostamento dalle proprie abitazioni se non per «comprovati motivi di lavoro» oppure «gravi esigenze familiari o sanitarie».

Ricordiamo che alla data del 9 marzo le persone positive al coronavirus erano 9.172, con 463 persone decedute e 724 guarite. Più di 700 i pazienti in terapia intensiva.

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha spiegato che «i numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva e subintensiva e, ahimé, anche delle persone decedute. La nostre abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. Ho deciso di adottare subito misure ancora più stringenti, più forti».

«Io resto a casa»

Lo stesso Conte ha sintetizzato il senso del provvedimento con lo slogan: «Io resto a casa».

L’autocertificazione per spostarsi

Da oggi, quindi, chiunque dovrà spostarsi da un Comune all’altro dovrà avere una giustificazione e presentare una autocertificazione alle autorità preposte al controllo.

Per l’autocertificazione occorre un modulo che bisogna esibire al momento del controllo. Chi non potesse scaricarlo e stamparlo può copiare il testo e portare la dichiarazione con sé.

Chi deve fare sempre lo stesso tragitto può adoperare un solo modulo, specificando che si tratta di un impegno regolare. Stessa cosa anche per chi ha necessità familiari che si ripetono giornalmente oppure a scadenze fisse (per esempio l’assistenza a un parente anziano o infermo) e dunque può indicare la frequenza degli spostamenti senza bisogno di adoperare moduli diversi.

Sappiate che l’onere della prova è a carico del cittadino, che quindi dovrà dimostrare l’effettività delle motivazioni per spostarsi da casa.

Si potrà uscire di casa, naturalmente, per andare a fare la spesa quotidiana.

Sospese invece tutte le manifestazioni sportive, inclusi i campionati di calcio. Quanto alle scuole, queste rimarranno chiuse (università comprese) fino al 3 aprile.

Bar e ristoranti dovranno chiudere entro le 18. Vietati anche messe, matrimoni e funerali.

Nei negozi si dovrà rispettare la distanza di un metro tra un cliente e l’altro.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!