veleno di ragni per la ricerca

Da un ragno australiano speranze di trattamento per epilessia e ictus

Da un ragno australiano speranze di trattamento per epilessia, ictus e dolore cronico.

L’Australia, si sa, è un continente dalla fauna del tutto particolare. Molto spesso chi si avventura nell’outback fa incontri diciamo così… memorabili e certe volte – non troppe, per fortuna – ci rimette la pelle.

veleno di ragni per la ricerca

Per via dei serpenti, soprattutto, ma neanche i canguri sono troppo rassicuranti, visti da vicino. Per non parlare degli squali.

Gli australiani hanno un senso dell’umorismo tutto loro e amano prendere in giro i cugini dell’anglosfera (specie i “Poms” inglesi) spaventandoli con racconti terrificanti di squali e serpenti.

Ma tra tutte le bestiole più o meno spaventosi che hanno la residenza down-under alcune rivelano anche aspetti positivi. Per esempio il cosiddetto “ragno dei cunicoli” (Atrax robustus).

Da un ragno australiano speranze di trattamento per epilessia e ictus

Il professor Glenn King, dell’Università del Queensland, fino a poco tempo fa non ci pensava nemmeno a studiare il veleno dei ragni. Questo fino a quando un suo collaboratore non gli ha chiesto di esaminare una tossina trovata in quello del “funnel-web spider”, o ragno dei cunicoli.

Questo “incarico” fortuito ha portato a una ricerca sulla funzione di quella tossina e anche a un articolo su Nature Structural and Molecular Biology. Alla fine King ha scoperto che il veleno di qual particolare ragno australiano contiene più di 3mila componenti, ciò che ne fa “probabilmente il più complesso arsenale chimico del mondo naturale”.

La ricerca ha già dato i suoi primi risultati concreti, per esempio un insetticida derivato dal veleno di quel ragno che al momento è commercializzato in America da una compagnia fondata da King mentre lavorava all’Università del Connecticut.

Ma il suo lavoro non s’è limitato agli spray per scarafaggi, tant’è che il suo laboratorio australiano contiene la più grande collezione di veleni al mondo, con campioni di più di 600 specie di ragni, scorpioni e millepiedi.

Come altri veleni animali, quello del ragno dei cunicoli contiene proteine e peptidi che interagiscono con l’attività dei recettori neurali dei mammiferi. “Sappiamo – ha detto King – che questi veleni sono pieni di modulatori dei canali ionici, sicché abbiamo pensato che magari valeva la pena scandagliarne l’uso contro i bersagli di certe medicine che agiscono sui canali ionici”.

Questo approccio sembra aver dato risultati strepitosi, dato che il laboratorio del professor King sembra aver scoperto la possibilità di terapie per la sindrome di Dravet, l’epilessia, il dolore addominale e anche l’ictus.

La sindrome di Dravet è una forma di epilessia che colpisce i bambini nel primo anno di vita. Il gruppo di ricerca di King ha trovato nel veleno del ragno dei cunicoli un peptide che sembra essere capace di restituire a questi bambini la normale funzionalità del cervello e di eliminare gli attacchi convulsivi.

Per quanto riguarda l’ictus, il dottor King puntualizza che il farmaco sviluppato fin qui dal suo laboratorio è efficace per l’ictus ischemico (quando una parte del cervello rimane senza sangue), ma non per quello emorragico, in cui c’è versamento nei tessuti: “Per sapere di quale si tratta dobbiamo portare il paziente in ospedale e fare una risonanza. Ma un altro farmaco che stiamo sviluppando (a partire dal veleno del ragno, ndr) dovrebbe andare bene per tutti e due i tipi di ictus, il che vuol dire che potremmo dare al paziente questa medicina immediatamente, proteggendo così il cervello (da danni ulteriori)”.

Considerando che ogni anno nel mondo muoiono per ictus circa sei milioni di persone (e tantissime rimangono invalide), si capisce bene quale possa essere il potenziale, anche commerciale, di un farmaco del genere.

Un altro peptide trovato nel veleno, infine, sembra davvero efficace nel trattare il dolore addominale connesso alla sindrome dell’intestino irritabile.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!