Il finocchio selvatico: scopri i segreti di questa erba aromatica

Il finocchio selvatico: scopri i segreti di questa erba aromatica.

Nella parlata comune lo chiamano finocchietto. Il finocchio selvatico è una pianta che cresce spontanea soprattutto nel Centro-Sud del nostro Paese ed è tipica della cosiddetta macchia mediterranea.

Ha sapore simile all’aneto e come si sa viene adoperata per arricchire i piatti della cucina mediterranea. Ma non è solo aromatico, il finocchietto possiede anche buone qualità terapeutiche che ne consigliano l’uso sotto forma di tisana, per esempio.

Il finocchio selvatico: scopri i segreti di questa erba aromatica

La pianta

Il finocchietto si compone di un fusto ramificato che può arrivare fino a due metri; di foglie filiformi; di piccoli fiori gialli da cui con l’azione del vento si spargono i semi della pianta; di frutti di colore verde-grigio.

È una pianta perenne e quindi non va riseminata. Quando arriva l’inverno si taglia alla radice e poi si aspetta che alla primavera successiva la radice principale cacci nuovi getti.

Come si coltiva

Ha bisogno di poche cure e si riproduce con facilità sia in giardino sia nell’orto.

Ha bisogno di un terreno ben drenato. Si adatta bene anche a terreni sabbiosi e ghiaiosi, ma rende di più in quelli dotati di un buon humus organico.

Lo si può seminare a primavera. I semini vanno solo a circa un centimetro di profondità. Dopodiché, perché la pianta si propaghi, basta che il fiore produca il seme. Ha bisogno di poca acqua e cresce anche nelle aree più secche. Se volgiamo annaffiare, è meglio farlo di sera ed è meglio farlo con liberalità, soprattutto d’estate.

Un cespuglio di finocchietto può essere consumato nella sua interezza e quindi di solito ne viene raccolta ogni parte. In autunno le radici; d’estate le foglie e i fusti, che sono commestibili e si usano in cucina come aroma; da fine agosto e fino a ottobre si raccolgono i semi, anche loro usati come spezia o per fare delle tisane.

Cosa teme

Teme soprattutto gli afidi. Se la pianta viene attaccata dagli afidi, possiamo difenderla o tagliando le parti già infestate oppure adoperando un macerato di ortica e aglio.

Dai semi e dalle foglie macerati nell’alcool puro si ricava un ottimo liquore. Ma come si diceva il finocchietto si può usare anche per preparare tisane: questa pianta possiede infatti proprietà antispasmodiche, antinfiammatorie e carminative. Fa anche bene a intestino e colon.

In erboristeria si adopera per preparare estratti secchi e olio essenziale.

Una tisana al finocchio può essere indicata come rimedio naturale per una digestione difficile nonché per gonfiore e crampi addominali, contro la flatulenza, contro il bruciore di stomaco, contro la diarrea, contro i sintomi del colon irritabile, per alleviare i sintomi di una mestruazione dolorosa e per quelli della menopausa.

Per preparare una tisana al finocchietto di solito si adoperano i frutti secchi lasciati in infusione nell’acqua calda, ma si possono usare anche i semi, le foglie fresche e il bulbo.

In commercio si possono trovare bustine liofilizzate già dosate, come anche l’olio essenziale di finocchietto, che però va usato cum grano salis, perché a dosi elevate può provocare allucinazioni.

È consigliabile berne due o quattro tazze al giorno dopo i pasti. Si può anche usare per fare degli impacchi: adoperata in questo modo sugli occhi la tisana può trattare i sintomi della congiuntivite e di altre infezioni degli occhi.

Importante: è sempre bene consultare il proprio medico di fiducia prima di usare qualunque prodotto di erboristeria, quindi anche il finocchietto selvatico.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!