olio di palma

L’olio di palma: che cos’è e perché può fare male

L’olio di palma: che cos’è e perché può fare male.

L’olio del frutto della palma e l’olio di semi di palma (detto anche olio di palmisto) sono oli vegetali costituiti in prevalenza da trigliceridi e acidi grassi saturi.

Si ricavano dalle palme da olio, e precisamente la Elaeis guineensis, la Elaeis oleifera e la Attalea maripa.

L’uso dell’olio di palma è grandemente aumentato nella seconda metà del Ventesimo secolo, soprattutto per il suo massiccio impiego nell’industria alimentare di massa.

Gli oli di palma sono l’ingrediente fondamentale di moltissimi prodotti alimentari, assieme alla farina e agli zuccheri semplici. Li possiamo trovare in forma raffinata in molte creme, dolci e prodotti da forno industriali, mentre nei Paesi di origine vengono consumati in forma non raffinata.

Sono anche adoperati per produrre saponi, polveri detergenti, prodotti per la toeletta.

L’olio di palma: che cos’è e perché può fare male

Il Center for Science in the Public Interest (che si autodefinisce nel suo sito come il “cane da guardia” d’America sul cibo e la salute), citando ricerche e meta-analisi, sostiene che il consumo di olio di palma può aumentare i fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.

Sono ormai parecchi anni che si è raggiunto un ampio consenso sul fatto che i principali acidi grassi alzano il colesterolo: questi sono gli acidi grassi saturi con 12 atomi di carbonio, quelli con 14 atomi di carbonio e quelli con 16 (acido palmitico).

La American Heart Association include l’olio di palma tra i grassi saturi dei quali si consiglia vivamente di limitare l’uso a quanti hanno problemi di colesterolo.

Uno studio del dipartimento di Scienza e Medicina agricola, alimentare e nutrizionale della canadese Università dell’Alberta mostra che, sebbene l’acido palmitico non abbia effetti di aumento del colesterolo qualora l’assunzione di acido linoleico sia superiore al 4,5 % dell’energia, se la dieta contiene acidi grassi trans (insaturi), allora il colesterolo “cattivo” (LDL) aumenta e quello “buono” (HDL) diminuisce.

Ma l’olio di palma sembra comportare rischi per la salute non solo per le sue caratteristiche intrinseche (la presenza di trigliceridi e acidi grassi saturi), ma anche per il modo in cui è trattato industrialmente.

A questo proposito una nota della Autorità europea per la sicurezza alimentare riporta infatti che gli oli vegetali raffinati ad alte temperature (200 gradi Celsius), come l’olio di palma, possono contenere alcune sostanze tossiche.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!