Quando perdiamo nostra madre una parte della nostra anima va via con Lei

È uno dei dolori più grandi e strazianti che capitano nella vita e nessuno può sfuggirgli. La morte dei nostri genitori, e soprattutto della nostra mamma, è uno di quei colpi che ti possono schiantare.

Non importa quanto grande fosse lei e quanto grande sei tu quando accade. L’attimo dopo che sai che lei non c’è più è come se il mondo perdesse totalmente di senso. Non c’è più centro, non c’è più un porto sicuro al quale tornare, un caldo abbraccio in cui rifugiarsi, una mano che accarezza la tua stanchezza e asciuga le tue lacrime. Senti solo freddo e hai voglia di sparire anche tu. Ti sembra che l’ormeggio che ti ancorava a questa vita non ci sia più e quindi…

E tante volte, dopo, ricorderai quella voce cara e poi, dopo un po’, non riuscirai più a rammentarla e ti sembrerà di tradire la sua memoria. Ma è solo un fallimento del tuo cervello o se vogliamo un adattamento evolutivo per permetterti di andare avanti, nonostante tutto, anche se adesso al posto del cuore hai una voragine e la vita sembra non avere più alcun significato.

Che sia prevista o improvvisa, la morte di una persona cara può essere straziante, specialmente quando colpisce qualcuno così centrale nella vita di tutti come la nostra mamma. Con lei siamo stati un tutt’uno per nove mesi, una relazione più viscerale di così non esiste.

Perdere un genitore è una delle prove più difficili nella nostra vita di poveri mortali. Di solito è per vecchiaia o malattia, ma può accadere anche per caso: un incidente stradale, per esempio.

La perdita è di quelle che tolgono il fiato e l’unica consolazione, se può essere una consolazione, è che ci dobbiamo passare tutti quanti.

L’unica è asciugarsi le lacrime, raddrizzare le spalle e andare avanti. Perché così vorrebbe anche lei, che per noi voleva solo il meglio.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!