Scoperta fabbrica degli orrori in Austria: ha distribuito uova marce in tutta Europa
Poi dice che i poco di buono, quelli che ricorrono sempre a raggiri e mezzucci siamo noi mediterranei…
Stavolta no, stavolta la figura dei magliari (come si diceva una volta) l’hanno fatta proprio i compassati austriaci, mitteleuropei che a noi italiani ci vedono come il fumo negli occhi. Proprio vero che nessuno ha l’esclusiva dell’onestà (o della disonestà, che è lo stesso).
Scoperta fabbrica degli orrori in Austria: ha distribuito uova marce in tutta Europa
La storia prende le mosse dalla bassa Austria, dove c’è un’azienda che produce semilavorati a base di uova e li distribuisce a mezzo continente.
Questa ditta è accusata di aver adoperato uova marce per i suoi preparati. Si tratta di semilavorati che l’azienda rivende a forni, pasticcerie e industrie alimentari.
La vicenda ha avuto inizio con un informatore che un bel giorno si è presentato alla polizia con tanto di foto e documenti, roba pesante come un macigno. Tutta questa documentazione riguardava la ditta Pro Ovo di Biberbach, una tra le più grandi aziende di trasformazione delle uova in Europa. Tra i suoi clienti ci sono anche aziende italiane.
Il giro d’affari è imponente e le uova lavorate tutti i giorni sono sull’ordine del milione e mezzo, provenienti da tutta Europa.
La documentazione fornita dalla “gola profonda” è stata giudicata oro zecchino e da lì è partita l’investigazione. Com’è naturale, la storia è finita anche sui giornali. Ne hanno infatti scritto abbondantemente sia l’Oberösterreichische Nachrichten (OÖN) che la Süddeutsche Zeitung (SZ).
È una vicenda che in inglese si definirebbe “unsavory” (sgradevole, disgustoso, ripugnante), e mai aggettivo fu più appropriato.
La ditta, stando all’accusa, avrebbe adoperato uova ammuffite o infestate da vermi mischiandole con quelle buone come se niente fosse. Pare anche, per soprammercato, che le uova fossero contaminate da cacca di pollo, che quindi sarebbe a sua volta finita nei prodotti preparati con quella materia prima.
La cosa è stata possibile perché, come detto, la ditta non vende le uova, ma dei semilavorati a base di uova, separando gli albumi dai tuorli e mescolandoli poi con sale o zucchero.
Delinquenti, ma fino a un certo punto: pare infatti che prima di essere venduti i preparati venissero sottoposti a pastorizzazione, quindi almeno sul fronte della salmonella sembra che nessuno abbia corso rischi.
Rimane peraltro il mistero su dove siano finiti esattamente tutti i preparati fatti con le uova marce.