Alzheimer
Mature woman sitting on a white sofa in a home touching her head with her hands while having a headache pain and feeling unwell. Senior woman with headache

Alzheimer: sintomi, cause scatenanti e cura

Alzheimer: sintomi, cause scatenanti e cura.

Il morbo di Alzheimer è una malattia degenerativa del sistema nervoso, progressiva e non reversibile. Colpisce il cervello degli anziani ed è la forma più comune di demenza, se per demenza si intende una progressiva perdita di capacità cognitive.

Questa malattia impatta pesantemente sulla capacità di una persona di portare a termine anche i più elementari compiti giornalieri.

Compromette aree del cervello che sono deputate a funzioni vitali come memoria, pensiero e parola.

Al suo primo apparire la malattia spesso è di difficile individuazione e quindi può accadere che venga misconosciuta o sottovalutata. Quando progredisce, però, i suoi sintomi sono sempre più evidenti, pesanti e alla fine devastanti.

Alzheimer: sintomi

La persona fatica a svolgere le normali azioni quotidiane, dimentica eventi recenti e nomi di persone, mostra difficoltà nel linguaggio, tende a perdersi e può anche mostrare disturbi del comportamento.

Nelle fasi più avanzate della malattia ci possono essere allucinazioni, disturbi del comportamento alimentare, difficoltà nel camminare, incontinenza, comportamenti sconvenienti in pubblico.

È chiaro che il progressivo declinare delle funzioni cognitive determina nel malato di Alzheimer anche una pesantissima compromissione della vita di relazione.

Nelle fasi finali della malattia, drammatiche, si ha la perdita dell’autonomia, il che molto spesso rende necessario il ricovero in istituzioni specializzate.

Non c’è una cura risolutiva per questa malattia. I farmaci che vengono prescritti possono soltanto frenarne la progressione, il che non è certo da sottovalutare, perché significa poter mantenere più a lungo le funzioni intellettuali e quindi anche la propria autonomia.

Alzheimer: cause

Fattori di rischio importanti per l’Alzheimer sono l’età e la genetica, che ovviamente non possono essere cambiati. Rilevante è anche la storia medica del paziente, la sua anamnesi. E poi lo stile di vita e i fattori legati all’ambiente. Il rischio di sviluppare questa demenza si ritiene possa dipendere da una combinazione tra tutti questi elementi.

Tra i fattori di rischio l’età è quello più rilevante. Ci sono anche casi di Alzheimer precoce, ma di solito questa è una malattia cui si va incontro in età avanzata.

È difficile che ci sia una diagnosi prima dei 65 anni, dopodiché, passati i 65, si ritiene che la probabilità di contrarre il morbo raddoppi ogni 5 anni.

Quanto al sesso, è dimostrato che le donne hanno una probabilità un pochino più elevata di sviluppare questa demenza rispetto agli uomini.

È possibile che questo possa dipendere dal fatto che dopo la menopausa nell’organismo femminile si producono meno estrogeni, che rappresentano un fattore di protezione contro il decadimento cognitivo.

Rilevante è anche la storia familiare del paziente, nel senso che s’è visto che sia l’Alzheimer precoce che quello tardivo possono manifestarsi in individui con alle spalle una famiglia in cui c’è già stato qualcuno colpito da questa malattia.

In effetti circa il 60 per cento di tutti i casi di Alzheimer precoce conosce casi multipli della malattia all’interno della famiglia.

È comunque da ritenere che nonostante tutto la malattia di Alzheimer sia una patologia determinata da una molteplicità di fattori, con interessamento di molti geni, sicché lo schema di trasmissione mendeliano sembra risultare difficilmente applicabile.

Alzheimer: cura

Come s’è detto sopra, purtroppo per questa grave malattia ancora non c’è cura e gli unici trattamenti possibili oggi sono quelli intesi a rallentarne il decorso.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!