Ecco perché alcune persone mangiano ma non ingrassano mai

Perché c’è chi mangia quanto vuole e non ingrassa?

L’invidia è un brutto sentimento, ma diciamoci la verità, chi di voi non ne ha provata almeno un po’ di fronte al parente, all’amico o al conoscente che può mangiare tutto quello che gli pare e non ingrassa neanche di un grammo?

Ma come fanno? Che cosa c’è di particolare nel loro organismo che impedisce loro di ingrassare anche se si abbuffano in maniera vergognosa?

È una domanda che nasce spontanea, come si dice, soprattutto se siete di quelle persone – il 99 per cento, in effetti – che ingrassano anche soltanto a guardare un piatto di pasta o, peggio ancora, un dolce.

Chiaro, nella vita un sacco di cose sono ostaggio della fortuna e chi può mangiare a quattro palmenti senza ingrassare si può dire che abbia vinto alla lotteria. Questa vittoria nella riffa genetica, però, adesso comincia a rivelare dei contorni più precisi.

In effetti una squadra di ricercatori internazionali, coordinata da esperti dell’Università della British Columbia (Canada) ha condotto uno studio proprio su questa intrigante faccenda e l’ha pubblicato sulla rivista “Cell”. Finalmente, dunque, cominciamo a capirne un po’ di più sul perché qualcuno ingrassa e qualcun altro no.

Perché c’è chi mangia quanto vuole e non ingrassa?

La ricerca è stata condotta su un campione di poco più di 47mila persone. Guidato dal dottor Josef Penninger, il team di ricercatori ha individuato un particolare gene, chiamato ALK (Anaplastic Lymphoma Kinase), che sembra funzionare da interruttore molecolare della magrezza.

Usando un database biologico estone, il gruppo di ricerca ha comparato i profili genetici delle 47mila persone di cui abbiamo detto sopra e in quelle che riuscivano a non ingrassare pur mangiando a volontà ha individuato una mutazione nel gene ALK.

Come spiega uno dei partecipanti alla ricerca, il dottor Michael Orthofer, dell’Istituto di Biologia Molecolare di Vienna, il lavoro ha mostrato che il gene ALK agisce nel cervello, dove regola il metabolismo contribuendo a controllare il consumo di energia.

La ricerca, in particolare, ha trovato che nelle mosche e nei topi in cui c’era la mutazione del gene ALK c’era la stessa resistenza all’obesità, mentre ciò, a parità di dieta, non si vedeva nei soggetti privi del gene mutato.

Questo studio potrebbe aprire la via, in un futuro lontano, a una terapia genetica dell’obesità.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!