herpes zoster

Fuoco di Sant’Antonio: sintomi, cause scatenanti e cura

Fuoco di Sant’Antonio: sintomi, cause scatenanti e cura.

“Fuoco di Sant’Antonio” è il nome col quale popolarmente si conosce l’Herpes Zoster.

L’agente che provoca questa malattia è il virus della varicella, che rimane latente nell’organismo di chi prende questa malattia esantematica per tutta la vita e che può “risvegliarsi” in qualunque momento, provocando per l’appunto il fuoco di Sant’Antonio.

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Come si sa, la varicella è tipica dei bambini, mentre il fuoco di Sant’Antonio colpisce per lo più le persone adulte e in particolar modo quelle anziane.

Fuoco di Sant’Antonio: sintomi, cause scatenanti e cura

Fuoco di Sant’Antonio: sintomi

Il fuoco di Sant’Antonio provoca degli sfoghi sulla pelle dal caratteristico colore rosso e che sviluppano in vesciche o bolle. Di solito la zona colpita da queste manifestazioni cutanee è quella del tronco. Può dare dolore e anche prurito.

Se la malattia aggredisce anche il viso, occorre immediatamente rivolgersi al proprio medico, perché l’herpes zoster può provocare gravi danni agli occhi, compresa la cecità.

Si diceva del dolore. In certi casi sfortunati, il dolore può rimanere anche per diversi mesi dopo che le lesioni sulla pelle sono sparite. Si parla in questi casi di nevralgia post-erpetica, che è una complicazione piuttosto seria e talvolta invalidante, e anche difficile da trattare.

Fuoco di Sant’Antonio: cause

Quando l’organismo incontra per la prima volta l’Herpes zoster si ha la varicella, che come tutti sanno è una comunissima malattia dell’infanzia.

Il problema, come si ricordava, è che una volta che la varicella è guarita il virus rimane nell’organismo in uno stato di quiescenza, annidandosi per lo più nei nervi.

Il punto è che nel corso della vita il virus si può riattivare e dare luogo alla malattia di cui parliamo, ovvero il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio.

Tra i fattori che possono favorire il comparire del fuoco di Sant’Antonio ci sono l’età avanzata, lo stress e qualunque altra circostanza che determini un abbassamento delle difese immunitarie.

Chi non ha mai avuto la varicella non può prendere il fuoco di Sant’Antonio, ma chi l’ha avuta corre il rischio di averlo, anche se talvolta questo non accade mai.

Fuoco di Sant’Antonio: cura

Il trattamento dell’Herpes Zoster prevede l’uso di analgesici e di antinfiammatori. Somministrare degli antivirali in una fase precoce della malattia può alleviarne la gravità e la durata.

Per i soggetti a rischio (fondamentalmente quelli che hanno avuto al varicella e che siano immunodepressi per un motivo o per l’altro) esiste un vaccino che è in grado di prevenire la comparsa del fuoco di Sant’Antonio e le sue complicanze in più della metà dei soggetti vaccinati.

Perché si chiama Herpes Zoster

In greco antico herpes e zoster significano, rispettivamente, “serpente” e “cintura”. Si tratta di una definizione che descrive la malattia abbastanza accuratamente, perché nella maggior parte dei casi il dolore e le eruzioni cutanee si distribuiscono sul tronco come una fossero una specie di cintura.

Quanto al “fuoco di Sant’Antonio“, la definizione fa riferimento alla leggenda secondo la quale Sant’Antonio nel deserto sarebbe stato tentato dal diavolo che si manifestava sotto forma di serpente.

Sant’Antonio Abate (250-356 circa) ai suoi tempi ebbe fama di taumaturgo e guaritore. Poiché lui stesso si dice abbia avuto il “dono” (piuttosto dubbio) del fuoco omonimo, da secoli il suo nome è associato a differenti malattie che si caratterizzano in generale per dare dolore e bruciore intensi.

Quando i resti del santo furono trasferiti in Francia, nell’undicesimo secolo, tutti quelli che soffrivano di malattie “brucianti” lo elessero a proprio santo patrono e la tradizione prosegue ancora oggi.

Queste idee valgono oro… Altro che lattine!